Indennità di disoccupazione Naspi con lavoro autonomo, il messaggio Inps
Indennità di disoccupazione Naspi con lavoro autonomo, il messaggio Inps
L’indennità di disoccupazione, altrimenti detta Naspi, è una prestazione in favore dei lavoratori che perdono il posto di lavoro in modo involontario. Tuttavia, in generale, si può dire che riguarda soltanto i lavoratori subordinati. Insomma, come si precisa sul sito dell’Inps, l’assegno non è erogabile a delle specifiche categorie di lavoratori. In breve, si tratta dei dipendenti a tempo indeterminato della PA; dei lavoratori stagionali con permesso di soggiorno; degli operai agricoli. Non importa poi se questi ultimi sono a tempo determinato o indeterminato.
La circolare dell’Inps su Naspi e lavoro autonomo in agricoltura
D’altra parte, l’ente previdenziale ha dovuto spesso chiarire delle problematiche legate al rapporto tra Naspi e lavoro autonomo. Per esempio, l’anno scorso; in quell’occasione, l’Inps ha precisato che l’essere titolari di Partita Iva non costituisce – da sola – condizione sufficiente a considerare il lavoratore, appunto, “autonomo”. In sostanza, percepire la Naspi è compatibile con un reddito proveniente da lavoro autonomo. Anche se solo nel caso in cui questo resti al di sotto di una determinata soglia. Stessa cosa per i lavoratori para subordinati.
Indennità di disoccupazione: le precisazioni dell’ente
D’altronde, è intervenuta sul punto anche una recente sentenza della Corte Europea; in essa si sostiene che il concetto di disoccupazione involontaria non può essere circoscritto ai rapporti di lavoro subordinati. In breve, può rientrare nella nozione anche la cessazione di un’attività professionale. I magistrati Ue hanno scritto a tal proposito come questa possa essere causata da “ragioni indipendenti dalla volontà della persona interessata”; per esempio, “una situazione di recessione economica”.
L’ultima circolare Inps a tal proposito – nello specifico, è rivolta ai lavoratori agricoli – conferma questa possibilità. Quindi, l’assegno Naspi non è a rischio per i lavoratori autonomi a patto che il reddito derivante dall’attività professionale non sia superiore ai 4.800 euro lordi all’anno.