La “quiete PRIMA della tempesta“, concedendosi una licenza poetica e variando sul tema tradizionale proposto da Giacomo Leopardi. Un’estate di relax al mare che potrebbe essere l’ultimo momento di serenità prima di un autunno che si prospetta cupo e minaccioso. E’ questa la situazione dell’Italia di agosto, un Paese che cerca nelle spiagge la distrazione dall’inquietudine provocata dai dati economici che hanno certificato il ritorno dello Stivale in quella che viene definita come ‘recessione tecnica’.
MANOVRA CORRETTIVA – Forza Italia – ed in particolar modo Renato Brunetta, capogruppo forzista alla Camera nonché esperto economista – lo annuncia da settimane: l’Italia in autunno avrà bisogno di una manovra correttiva. Questo per far fronte al peggioramento dei conti, che ha portato alle stime al ribasso sul Pil e alla necessità di reperire nuove risorse per evitare lo sforamento del 3% del rapporto deficit/Pil, vincolo ineludibile per le istituzioni dell’Unione Europea. Quello lanciato da FI – prima ancora dell’ufficializzazione dei dati Istat sul Pil del secondo trimestre 2014 – sembrava un piccolo campanello d’allarme, ma in realtà si è progressivamente trasformato in qualcosa di molto più grande, alimentando la cappa di pessimismo sopra al governo Renzi. Tanto che, mentre Moody’s prevede un Pil negativo per l’intero 2014, persino colossi come JP Morgan e Mediobanca si sono lanciati in stime sull’ammontare dell’eventuale manovra correttiva.
TROIKA – Non ultimi, vanno presi in considerazione gli atteggiamenti dei grandi colossi della carta stampata, o meglio, dei loro ‘deus ex machina’. Ha fatto discutere per giorni la presunta indiscrezione – rilanciata da ‘Investire Oggi’ – legata a Ferruccio De Bortoli, il quale si dice abbia confidato ad amici la necessità di una manovra autunnale “lacrime e sangue” da 20 miliardi, preludio ad una sostanziale resa alla Troika formata da Commissione Europea, Bce e Fmi. Con essa, ecco spuntare anche l’ipotesi ritenuta più ‘odiosa’ dagli italiani: il prelievo forzoso dai conti correnti. Una misura che riporta alla mente il ’92 ed i tempi cupi del crollo della Prima Repubblica, con le finanze pubbliche in crisi e l’allora presidente del Consiglio Giuliano Amato che una notte d’estate decretò quello che da molti venne definito come un vero ‘colpo di mano’, con il prelievo del 6 per 1000 dai conti correnti bancari degli italiani.
SCALFARI E I ‘PIL ALTRUI’ – Se sulle dichiarazioni di De Bortoli – peraltro ormai ex direttore del ‘Corriere’, dopo l’annuncio di due settimane fa della fine del sodalizio con il quotidiano – mancano delle conferme ufficiali, non lasciano adito a dubbi le dichiarazioni di Eugenio Scalfari, il fondatore di ‘Repubblica’: “forse l’Italia dovrebbe sottoporsi al controllo della Troika”, la quale avrebbe il compito di “combattere la deflazione che ci minaccia” e puntare “su una politica al tempo stesso di aumento del Pil, di riforme sulla produttività e la competitività, di sostegno della liquidità e del credito delle banche alle imprese”. A ciò si aggiungono gli ultimi allarmanti dati riguardanti il Pil dei partner europei, che vedono persino il colosso tedesco arrancare con un -0.2 nel secondo semestre.
TOCCA AL GOVERNO – A nulla servono le dichiarazioni del premier Matteo Renzi, che sin da maggio – all’indomani dell’ufficializzazione dei dati sul Pil del primo trimestre, anch’esso negativo: -0.1% – sostiene come non ci sarà alcuna manovra correttiva. Una convinzione ribadita a più riprese sia dal premier che da altri esponenti della maggioranza di governo. Ma non basta: gli italiani, alla chiusura degli ombrelloni e al ritorno dal mare, chiederanno certezze. Toccherà al governo darle, per cacciar via lo spettro dell’estate ’92 e del novembre 2011, in cui l’Italia sembrò per due volte ad un passo dal baratro.
Emanuele Vena