Requisiti pensione di reversibilità: come funziona
Il sistema previdenziale italiano prevede che, in caso di morte di uno dei due coniugi, al coniuge superstite spetti la pensione di reversibilità. In pratica, è un’ indennità che varia in base al reddito della famiglia e agli anni di contributi versati dal defunto; anche gli altri componenti della famiglia hanno diritto all’ indennità.
Dunque, presentata relativa domanda online, l’Inps valuterà la sussistenza dei requisiti per il versamento della pensione di reversibilità; tuttavia, anche se i contributi versati non raggiungono i limiti imposti dalla legge, al coniuge spetta un assegno “ indiretto”. In breve, anche se a morire non è un pensionato ma un lavoratore defunto mentre ancora versava i contributi scatta l’ indennità; questa rimane comunque calcolata in base al reddito dichiarato dalla famiglia.
Pensione di reversibilità: anche per chi è unito civilmente
Nello specifico, la pensione di reversibilità può essere corrisposta al coniuge superstite ma anche al convivente se si è sottoscritta un’unione civile. Inoltre, può essere versata anche ai figli o comunque ai minori affidati alla famiglia entro i 26 anni se a carico. Inoltre, in assenza del coniuge superstite e dei figli, deve essere corrisposta a genitori, fratelli e sorelle o nipoti.
Non c’è differenza tra lavoratori dipendenti e autonomi; insomma, contano solo gli anni di contributi versati. Da precisare poi che l’ assegno spetta anche al coniuge superstite divorziato; d’ altra parte, è condizione fondamentale che quest’ ultimo sia titolare di assegno divorzile; in sostanza, deve essere riconosciuto non indipendente dal punto di vista economico.
A quanto ammonta la pensione di reversibilità? Due i fattori da considerare: contributi versati, reddito famigliare. Ora, se il coniuge era già pensionato, l’ assegno “ passa” invariato al coniuge superstite; in caso di morte di un lavoratore vanno verificati i requisiti. Quindi, in breve, sono necessari 15 anni di contribuzione già versati o 780 settimane se il lavoratore era autonomo; 5 anni di contribuzione o 260 settimane se il lavoratore era un libero professionista (gli ultimi 3 anni devono essere stati versati nel quinquennio precedente alla morte).
Se il coniuge non ha figli l’ assegno sarà pari al 60%; all’80% se il coniuge superstite ha un figlio a carico; al 100% con due o più figli a carico. L’ assegno sarà pari al 70% per il solo figlio superstite; all’80% se due sono i figli superstiti; con più di 3 figli sarà pari al 100%. Importo pari al 15% della pensione spettante se andrà all’ unico genitore superstite o al fratello/sorella. 30% se i genitori o i fratelli/sorelle sono due; la percentuale da corrispondere crescerà insieme al numero dei famigliari.