Prescrizione cartella esattoriale: tempi e requisiti, quando scatta

Prescrizione cartella esattoriale tempi e requisiti quando scatta

Prescrizione cartella esattoriale: tempi e requisiti, quando scatta

In che tempi è possibile ritenere prescritta una cartella esattoriale? Quando scatta la prescrizione: in che tempi, quali sono i requisiti e cosa fare quando questo accade per contestare la stessa? Innanzitutto rivediamo la definizione di cartella esattoriale. La cartella esattoriale o ‘cartella di pagamento’ come indicato in tutte le leggi della Repubblica Italiana, nel diritto tributario italiano, è uno strumento, e contemporaneo titolo esecutivo, attraverso il quale la pubblica amministrazione italiana attiva un procedimento (ruolo) di riscossione coatta di credito vantato nei confronti del contribuente.

Prescrizione cartella esattoriale, i tempi 

La prescrizione delle cartelle esattoriale ha tempi che variano in base allo stesso tributo. Siccome i tributi hanno tra loro tempi di prescrizione diversi, la cartella seguirà la stessa regola. Vediamo quali sono i tempi di prescrizione. 10 anni per Irpef, Iva, Irap e Ires. 5 anni per Imu, Tasi, Tari, multe stradali e sanzioni amministrativi, contributi previdenziali Inps Inail. Mentre per il bollo auto i tempi di prescrizione sono fissati in 3 anni.

Nel caso in cui la stessa cartella contiene la richiesta di pagamento di somme diverse la prescrizione si riferirà a ciascuna di esse in modo autonomo. Di conseguenza una parte della cartella può prescriversi prima di un’altra parte.

Prescrizione cartella esattoriale, termini per ricorso

In caso di richiesta per imposte prescritte quindi fuori dal tempo massimo previsto per il pagamento la stessa va contestata. Perché in caso di mancata contestazione scatta l’obbligo del pagamento. Va fatto un ricorso al giudice. Oppure bisogna attivarsi per una istanza in autotutela, senza necessità di essere assistiti da un consulente o da un legale.

Pertanto non impugnare la cartella esattoriale nei tempi previsti dalla legge significa lasciare che diventi definitiva e, quindi, non poter più contestare la ragione del debito. Anche i successivi solleciti, intimazioni di pagamento, fermi, ipoteche o pignoramenti non possono essere impugnati se prima non è contestata la cartella.

I termini per il ricorso contro le cartelle di pagamento sono di 60 giorni (alla Commissione tributaria) se il debito si avvia da imposte; di 30 giorni al giudice di pace per le cartelle con sanzioni amministrative e contravvenzioni stradali; 40 giorni al tribunale ordinario, sezione lavoro per le cartelle relative a contributi previdenziali e assistenziali.

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