Pensioni ultime notizie: penalizzazioni Quota 100, tagli annuali in vista

Pensioni ultime notizie: penalizzazioni Quota 100, tagli annuali in vista.

Penalizzazioni Quota 100: i tagli probabili ogni anno


Sul tema pensioni ultime notizie ruotano attorno agli aspetti negativi di Quota 100; vale a dire attorno alle possibilissime penalizzazioni sugli assegni pensionistici che potrebbero esserci su chi sceglie di andare in pensione in anticipo sfruttando la nuova misura. Ovviamente al momento si può parlare solo in linea teorica, visto che si attendono dettagli definitivi sulla misura. Ma le notizie che si rincorrono negli ultimi giorni parlano chiaro. Chi sceglierà Quota 100 sarà penalizzato. Sotto l’aspetto economico, ovviamente. Con dei tagli annuali in vista. E allora? Meglio attendere la pensione di vecchiaia, soprattutto se si è vicini all’obiettivo. Perché si sarebbe sicuri di non avere alcuna penalizzazione sull’assegno pensionistico.

Pensioni ultime notizie: Quota 100, penalizzazioni sull’assegno?

È quasi sicuro che la scelta di Quota 100 implicherà delle penalizzazioni economiche. A cominciare dal calcolo contributivo di quanto versato dopo il 1995. Ma anche considerando le altre vie d’uscita a cui il governo può (e forse, in vista dei conti, deve) aggrapparsi. Scappatoie per evitare che l’intera platea di potenziali beneficiari possa usufruire dell’uscita con Quota 100. Soprattutto se l’uscita sarà a 62 anni, contrariamente agli iniziali 64 anni un tempo previsti.

Qualche mese fa si era parlato di Superbonus, un incentivo economico in busta paga per convincere i lavoratori a non uscire prima. Ma questo avrebbe influito negativamente sul turnover generazionale. E allora prendono quota le penalizzazioni temporanee, che potrebbero variare dallo 0,5% all’1,5% sull’assegno fino all’accesso alla pensione di vecchiaia.

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Pensioni ultime notizie: Quota 100 senza penalizzazioni, ecco per chi

Una Quota 100 senza penalizzazioni dovrebbe comunque esistere e coinvolgerà i lavoratori delle aziende in crisi. Come scrive Il Sole 24 Ore, “il divario rispetto all’assegno pensionistico che il lavoratore avrebbe maturato uscendo con i requisiti per la pensione di vecchiaia potrebbe essere volontariamente colmato dalle aziende”. Queste ultime, incoraggiare anche da un’incentivazione fiscale, verserebbero i contributi mancanti ai fondi interprofessionali fino a un massimo di 5 anni.

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