Congedo di paternità 2019: proroga a rischio, stop al 50% dei giorni.
Proroga congedo paternità 2019: ultime notizie
Come stabilito dalla Legge di Bilancio 2018, il congedo di paternità ha subito una estensione dei giorni, da 2 a 4. La misura tuttavia è in regime sperimentale e pertanto valida solo nel 2018. Ciò significa che se l’attuale governo non dovesse confermarla, i 4 giorni di congedo di paternità smetterebbero di esistere dopo il 31 dicembre 2018. Dal 1° gennaio 2019, in poche parole, si ritornerebbe a 2. Per molti questo viene considerato un passo indietro, anche alla luce di come funziona il congedo papà negli altri Paesi europei. Ma soprattutto sarebbe considerato anacronistico in virtù del gatto che proprio l’Europa voterà presto per estendere il congedo di paternità a un minimo di 10 giorni, dunque anche in Italia. Nel frattempo alcuni docenti e professionisti specializzati in politiche per la famiglia hanno creato una petizione dove chiedono la proroga e la resa strutturale del congedo di paternità, suggerendo l’estensione a 10 giorni.
Congedo di paternità: proroga 2019 a rischio? Ecco la petizione
La petizione vede tra i primi firmatari e promotori Titti Di Salvo, presidente di Libertà e Diritti; Emmanuele Pavolini, dell’Università di Macerata; Alessandro Rosina, dell’Università Cattolica di Milano; Riccarda Zezza, presidente di Piano C. “Alla fine del 2018 scade la sperimentazione di una delle misure più efficaci per promuovere la condivisione delle responsabilità familiari tra madri e padri: il congedo obbligatorio di paternità”. Questo è l’incipit del comunicato, che anticipa ne anticipa le finalità esplicitamente richieste. “Chiediamo che questa misura sia resa strutturale e che venga aumentata a 10 giorni nei primi 5 mesi di vita dei neonati, come già avviene con successo in altri Paesi europei”. Attualmente, infatti, il papà ha diritto a un congedo retribuito al 100% di 4 giorni da sfruttare entro il 5° mese dalla nascita o dall’entrata in famiglia del figlio.
Congedo di paternità a 10 giorni? Ecco perché
Nella petizione si continua elencando le ragioni per cui rendere strutturale tale misura sarebbe così importante. “In Italia nascono meno bambini di quanto le persone desiderino e meno di quanto sarebbe auspicabile per dare basi solide al futuro del nostro Paese, ormai in accentuato invecchiamento”. Le ragioni devono trovarsi anche in una pacifica alternanza tra vita privata e lavoro. “Servono investimenti pubblici coerenti e a lungo termine”. Inoltre, “serve l’effetto moltiplicatore dell’aumento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro”. Il tutto confluisce nelle finalità conclusive. “Serve destinare più risorse alla cura e alla crescita dei bambini; promuovere il lavoro dei giovani. E soprattutto incentivare e sostenere la condivisione delle responsabilità familiari tra madri e padri”.
Congedo di paternità: come funziona in Europa
Quattro settimane in Slovenia (2 anni fa erano 10), 2 settimane in Svezia; lo stesso numero è previsto in Estonia così come in Irlanda; 4 sono le settimane in Spagna. Insomma, in Europa il discorso sul congedo di paternità sembra decisamente più generoso rispetto all’Italia, ma non ovunque. Ad esempio, in Austria è previsto 1 mese di congedo facoltativo, ma non retribuito. Mentre in Lussemburgo la durata del congedo di paternità equivale a 2 giorni, come in Italia prima della misura estensiva. In Repubblica Ceca la durata è più lunga che in Italia (1 settimana), ma la retribuzione è ridotta al 70%.
Attualmente l’Unione europea sta ragionando su una soglia minima di 10 giorni per il congedo di paternità, con una retribuzione il cui livello sia almeno pari a quello dell’indennità di malattia. Il Consiglio europeo spinge invece per una maggiore facoltà di scelta da parte dei Paesi sia per quanto riguarda i tempi sia per ciò che concerne gli importi. Il 14 gennaio 2019 si deciderà per l’estensione o meno. Il cambiamento riguarderebbe ovviamente anche l’Italia.
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