Barzellette sui gay come inserto su Visto: è polemica
Per una volta a far discutere non sono i quotidiani né il loro contenuto. Stavolta a provocare la valanga di indignazione da parte degli utenti dei social network è stato un allegato. Il rotocalco Visto ha infatti proposto ai suoi lettori un inserto con le “migliori barzellette sui gay”. Un’iniziativa editoriale alquanto insolita, che non è passata inosservata in rete. A montare la protesta un utente di Twitter che ha postato una foto dell’inserto allegato al giornale accompagnandolo con il sarcastico commento “I rotocalchi che ci meritiamo. Complimenti!”. In un attimo la foto ha fatto il giro dei social provocando un effetto domino che ha portato, nelle ultime ore, all’apertura di una petizione su Change.org per chiedere la rimozione del volume e le scuse da parte di direttore ed editore della testata.
Se il direttore, Roberto Alessi, si difende dalle accuse: “La redazione non sapeva”, ha chiarito Alessi ai microfoni di Sky Tg24, l’editore, Federico Silvestri invece, va al contrattacco e rispedisce al mittente le accuse di omofobia. Silvestri, ad e direttore generale di Prs, società editrice che ha rilevato Visto da Rcs, difende e rivendica “la scelta di allegare a Visto opere di barzellette su varie tematiche, tra le quali anche i gay, che non sono più un argomento tabù. A discriminare, piuttosto, è chi pensa il contrario”.
“Sto seguendo con enorme sorpresa il montare di questa polemica – ha aggiunto poi Silvestri, interpellato dall’Ansa – assolutamente artefatta e fuori luogo. Intanto bisognerebbe sapere che, a fronte di una tiratura di 350mila copie, abbiamo deciso di abbinare a 50mila copie dieci titoli di barzellette sulle tematiche ‘classiche’, da Pierino ai carabinieri allo sport, ognuno dei quali allegato a circa 5mila copie. Mi chiedo dunque perché ci si indigni per i gay e non per i carabinieri o le mogli tradite”, continua l’ad di Prs. “Respingo con forza la polemica, anzi la rivolgo a chi la monta: sono loro che discriminano. Sarebbe squallido inserire certi argomenti e non altri, o scherzare su temi sensibili come la morte, la guerra, le tragedie. La satira non ha confini”.
Se l’editore rivendica la scelta e ribadisce, con forza, la validità dell’offerta editoriale, su Change.org intanto continua la raccolta di firme: “Crediamo e lavoriamo perché i diritti di tutti vadano rispettati – si legge nella motivazione in calce alla petizione – a partire dal diritto al rispetto”. “Le redazioni dovrebbero ribellarsi a simili iniziative”, conclude la nota.
Carmela Adinolfi