Corsi sostegno 2018: 10 mila posti in arrivo per il Ministro Bussetti
Il ministro dell’Istruzione Bussetti, intervistato ieri a Fuori TG, ha affrontato tra i vari temi, quello degli insegnanti di sostegno e di come il programma di cambiamento della scuola si concentrerà a coprire i migliaia di incarichi non affidati. Sono più dell’80% infatti i posti necessari che sono scoperti a fronte dei 245.000 studenti con disabilità che necessiterebbero di insegnanti specializzati ma che sono ora in estrema carenza.
Come risulta dall’elaborazione sui dati MIUR di Orizzonte Scuola, il dato più preoccupante è stato riscontrato nella regione che dà il nome a la Nuova Sardegna, alla quale il Ministro ha confermato il grande impegno con il quale stanno portando avanti il lavoro di creazione dei corsi per la specializzazione: “Siamo intervenuti nell’ambito del contratto di mobilità – ha detto il Ministro – per assicurare agli alunni con disabilità personale specializzato.”
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I “paradossi dei corsi sostegno 2018”
Il Ministro afferma che saranno avviati nuovi corsi per 10.000 insegnanti e attualmente stanno definendo le procedure dal punto di vista legislativo e normativo. In proposito ai nuovi corsi per insegnanti di sostegno, la Cisl Scuola ha pubblicato il 20 settembre 2018 – in occasione dell’Esecutivo Nazionale convocato ad Assisi – un dossier dal titolo “I paradossi del sostegno”, nel quale si sostiene una formazione sul sostegno più mirata.
Corsi sostegno 2018: appena un 13% di posti coperti da assunzioni di ruolo
Quest’anno solo il 13% dei posti disponibili sono stati coperti con assunzioni di ruolo, cioè 1682 assunzioni in presenza di 13.329 posti vacanti e disponibili per nomine di ruolo; l’attribuzione di tre quarti delle supplenze a docenti non specializzati; la limitata offerta formativa per l’acquisizione dei titoli di specializzazione e lo scarto tra il fabbisogno stimato e quello effettivamente rilevato che porta all’estrema precarietà. Sono questi i paradossi evidenziati nel dossier che devono essere risolti.
Tra le proposte: chiarezza sui titoli conseguiti all’estero e soprattutto l’attivazione di percorsi per il conseguimento del titolo; non solo per i docenti abilitati, ma anche per i non abilitati che hanno acquisito una elevata esperienza sul campo.