Pensione anticipata e contributi fino a 40 anni
Quali sono le prospettive di pensionamento per chi ha 39 anni di contributi nel 2018? Come è facile intuire, innanzitutto, bisogna pur sempre considerare l’ età anagrafica. D’ altra parte, ponendo il caso che il governo riuscisse a introdurre Quota 100 già nel 2019, tale numero di anni di contributi basterebbe per andare in pensione. Addirittura, la soglia necessaria potrebbe essere raggiunta con 36 anni di contributi.
Per quanto riguarda l’ età anagrafica, tanto per fare un esempio, 64 anni – con 39 di contributi – sarebbero più che bastevoli per andare in pensione. Tuttavia, sarà necessario capire fino a che punto verranno previste delle penalizzazioni, perché – a sentire i tecnici dell’ esecutivo – è certo che saranno previste, se non altro, per evitare il pensionamento di massa.
D’ altro canto, in caso Quota 100 diventi realtà, basterà che sommando età anagrafica ed età contributiva il risultato sia, appunto, 100. Caso pratico. Un lavoratore ha 63 anni e 6 mesi (nel calcolo si arrotonda a 63,5) e 36 anni e 6 mesi di contributi (come prima, ai fini del calcolo, diventa 36,5). Sommando 63,5 a 36,5 il risultato è 100. Detto ciò, dovrebbero essere messi dei paletti a questa semplice operazione, con tutta probabilità, dei limiti minimi riguardanti età anagrafica ed età contributiva.
Pensione Quota 100: 41 anni di contributi a prescindere dall’ età anagrafica
Tra due anni, cioè nel 2020, potrebbe essere introdotta anche Quota 41. In pratica, per andare in pensione potrebbe bastare aver versato 41 anni di contributi, a prescindere dall’ età anagrafica. Anche in questo caso, potrebbero essere previste delle penalizzazioni per lo stesso motivo che si diceva prima.
Ad oggi chi ha 39 anni di contributi nel 2018 per avere diritto alla pensione anticipata deve versare ancora 4 anni e 3 mesi di contributi, dunque, non ha di per sé diritto alla pensione di vecchiaia per cui è da scontare la maturazione dei requisiti anagrafici.