“Papa Francesco è un interlocutore naturale ed opportuno” per Pechino. Intervistato dal Corriere della Sera, Romani Prodi parla così dell’apertura di Papa Bergoglio alla Cina. “Questo Papa viene dall’America latina e in Cina non è più percepito come espressione del mondo occidentale né come personalità eurocentrica. Francesco, insomma, viene considerato dai cinesi” “non come un esponente dell’Occidente o di un potere occidentale, ma come una personalità universale”. E sottolinea: “Francesco non può essere tacciato di portare avanti gli interessi occidentali”.
“È utile ed opportuno – continua Romano Prodi – per la Cina avere rapporti con Francesco non solo in quanto capo spirituale di una religione” spiega l’ex presidente della Commissione Ue, “ma in termini del soft power che Francesco esercita”. “Non saprei trovare una parola italiana che esprima con altrettanta accuratezza la capacità di influenza di Francesco come leader globale. D’altra parte, il rapporto con la Cina e l’Asia adesso sono la priorità del Papa”. “L’appello del Papa – continua Prodi – è certamente un fatto nuovo. Una spinta diversa, molto diversa, rispetto al passato. Poi ci vorrà tempo, ci saranno problemi da entrambi i lati, le questioni sul tavolo sono molte, ma si tratta sicuramente della rottura di una diffidenza”.