Una rassegna dei Tweet più ritwittati dagli utenti italiani
A dispetto del gioco di parole, molti dei tweet pubblicati recentemente dagli utenti iscritti sul celebre social network Twitter stanno diventando sempre più virali: a ciò contribuisce non solo il ritwittare, ma anche la diffusione degli stessi tramite altri social che permettano di esibire i pungenti e stringati contenuti dispensati dalla piattaforma e dagli utenti, che danno prova di risvolti ora comici, ora sarcastici o tutt’altro che divertenti.
Piccola rassegna dei Tweet più condivisi: i risvolti più o meno ironici di Twitter
“Viviamo in un mondo di zerbini che si atteggiano a tappeti persiani.” è uno tra i tweet più in voga. Alcuni sono ancora più lapidari: “Meglio imperfetto che trapassato.” O anche “È facile per te. Tu non c’eri.” Altri lo sono in misura minore :”Potrai arrivare in anticipo. Potrà essere grande la sala. Potrà essere semivuoto il cinema. Ma il tizio alto 2,10 mt si siederà davanti a te”. In alcuni casi, la brevitas è necessaria per permettere alla freddura di emergere:” “Banane lampone” è stata scritta pera more”. Sono solo alcuni dei Tweet più condivisi dal pubblico dei social italiani. Ma vale ancora la pena chiedersi quanto impattino oggi, oltre al solo Twitter, i social sulle nostre vite? Quando ormai rappresentano una componente endemica per le nuove generazioni (ed un compagnio indispensabile per quelle “meno nuove”)? Quando la presenza del virtuale è così connaturata alla nostra quotidianità da far risultare quasi anacronistico esaminare questo rapporto, ponendosi da una relativa posizione di distanza?
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L’incidenza dei social, la formula della loro efficacia è la semplicità?
La predominanza dei social nella vita comune rende sempre più significativo l’uso sapiente delle parole, di una sintassi modulata sulle restrizioni dei 140 caratteri, capace, quindi, di condensare i propri messaggi senza rinunciare all’incisività. Questi dettami informano inevitabilmente anche la comunicazione tradizionale ma consegnano anche un interrogativo collaterale, non meno degno di riflessione: la così alta condivisione di post e tweet, in un mondo dove gli schermi fanno sempre più da barriere dell’Io, sottendono, in fondo, a un sentire diffuso, a una comunanza di stati d’animo che, probabilmente, prima dei social, non riusciva a palesarsi in tutta la sua intensità.
Ma, se da un lato, twittare e ritwittare accresce quasta sottaciuta solidarietà e restituisce la visione – tutto sommato – di un panorama scosso dalle medesime tensioni, dall’altro, affidare l’esplicitazione delle proprie emozioni alle frasi di qualcun’altro può rischiare di impigrire il ragionamento. Da qui, alcuni dei tanti pericoli disseminati dall’azione del web sulle nostre vite: la banalizzazione, la superficialità, la carenza di inventiva, l’agevole manipolazione, l’appiattimento del senso critico. Ecco quindi che i social tornano ad essere un’arma a doppio taglio. Non solo espressione di sentimenti comuni, insomma.