Analisi Tesla: accordo fra Musk e SEC, come va il titolo in borsa

Pubblicato il 10 Ottobre 2018 alle 15:56 Autore: Giovanni De Mizio
Analisi Tesla Model 3
Analisi Tesla: accordo fra Musk e SEC, come va il titolo in borsa

Le azioni Tesla sono in grande spolvero a seguito dell’annuncio di un accordo con la commissione di vigilanza delle borse statunitensi (SEC). Il titolo guadagna oltre il 16% a quota 308 dollari, ritornando così ai valori di giovedì, precedenti all’attacco della SEC.

L’analisi Tesla suggerisce che il titolo potrebbe rimbalzare, anche se la volatilità resterà alta per motivi che andiamo presto a spiegare.

Analisi Tesla: l’indagine SEC e l’accordo

La SEC aveva accusato Elon Musk, CEO e, all’epoca, presidente Tesla, di avere dato informazioni false al mercato. Due le parole su cui si era soffermata l’attenzione della commissione: “funding secured”, fondi assicurati.

Musk aveva annunciato su Twitter l’intenzione di togliere Tesla dalla borsa e gestirla privatamente. Nulla di male in questo, non fosse stato per quelle due parole. Con “funding secured” Musk aveva dato al mercato informazioni false, dando per certi semplici interessamenti. Di tutto ciò Musk aveva peraltro tenuto all’oscuro il resto della dirigenza Tesla.

Le azioni Tesla erano crollate perché, oltre alla multa, sussisteva il rischio che Musk fosse buttato fuori dalla società. Senza Musk Tesla avrebbe rischiato di perdere quel-certo-non-so-che che l’ha resa un’azienda automobilistica di relativo successo in un campo così maturo come quello automobilistico.

L’accordo con la SEC prevede che Musk e Tesla paghino 20 milioni di dollari l’uno. Musk resterà CEO, ma dovrà lasciare il posto di presidente per almeno tre anni. L’accordo soddisfa sia Tesla che la SEC, che può portare a casa un buon accordo giusto in tempo per la fine dell’anno fiscale (il 30 settembre).

Analisi Tesla: come l’ha presa il mercato

Tesla è il titolo preferito degli short-seller perché ha una missione quasi impossibile. Produrre sostenibilmente automobili di massa in un mercato in cui i margini sono già bassissimi. Tesla brucia denaro praticamente da sempre e vive solo delle speranze che il suo carismatico capo, Elon Musk, riesce a infondere nella sua fan base.

Per queste ragioni l’analisi Tesla deve tenere conto della volatilità che quest’azienda deve alla sua peculiare situazione.

Nell’ultimo anno Tesla è andata su e giù fra i 380 e i 270 dollari ad azione. A spingere al ribasso la quotazione è stato, ovviamente, Musk, che forse avrebbe bisogno di una vacanza (gestisce un’altra grande azienda, SpaceX, tra l’altro). Le sue bizzarrie non sono per deboli di cuore, pur essendo la chiave del successo di Tesla.

A spingere al rialzo, invece, è stato il fatto che Tesla ha deluso le attese meglio di quanto ci si aspettasse. Sembra un gioco di parole, ma è così: Musk ha sempre alzato l’asticella delle attese, salvo poi deluderle.

Ciononostante, Tesla ha rispettato gli impegni, anche se in ritardo. Adesso è il momento di Model 3, l’auto per le masse (in realtà, un’auto per la parte alta della classe media). Tesla spera che quest’auto riesca a portare i bilanci in attivo e aprire così definitivamente l’era della mobilità elettrica.

Nonostante grossi problemi di costruzione e ritardi, pian piano la produzione di Model 3 sta crescendo molto velocemente, e con essa cresceranno le consegne e quindi i soldi che finiranno in tasca a Tesla. Ricordiamo che Model 3 è stata prenotata da oltre 400mila persone che hanno anticipato mille dollari. Non male, considerando che l’auto non sarebbe stata consegnata prima di due anni, al minimo.

Analisi Tesla: cosa succederà al titolo in futuro

Se Tesla sceglierà un presidente in grado di essere una buona controparte per Musk, i titoli potrebbero continuare a crescere. Nella serata di lunedì Tesla renderà noto il numero di veicoli prodotti a settembre. Le attese sono cautamente ottimiste: Tesla potrebbe aver prodotto nell’ultimo trimestre quasi lo stesso numero di automobili prodotte nei primi sei mesi dell’anno.

L’ottimismo (e le coperture degli shortisti) potrebbero spingere il titolo verso la parte media del trading range dell’ultimo anno (340 dollari). Sul più lungo periodo, se si dovesse arrestare l’emorragia di dirigenti e la produzione procederà senza intoppi, Tesla potrebbe andare a testare i massimi assoluti.

Al contrario, se dovessero accumularsi le delusioni e/o se Elon Musk dovesse nuovamente finire sui giornali per i motivi sbagliati, gli shortisti potrebbero nuovamente tornare alla carica. Una volta persa quota 250, il target potrebbe essere 200 dollari.

Quest’ultimo scenario è meno probabile. Quello maggiormente credibile vede Tesla rimanere nel suo attuale trading range.

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