Lega, Salvini minaccia di querelare Repubblica
Matteo Salvini minaccia querele. Al giovane segretario della Lega Nord non è andato giù l’articolo apparso giorni fa su Repubblica in cui era contenuta una ricostruzione della presunta battaglia legale contro Umberto Bossi e famiglia che starebbe avvenendo in seno al Carroccio.
In un post su Facebook dai toni infuocati Salvini ha infatti dichiarato che sporgerà querela nei confronti del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari: “Mentre la Lega si batte contro la follia di Mare Nostrum (2.000 sbarchi nel week end), contro gli studi di settore e per cambiare la legge Fornero, alcuni giornali scrivono di “litigi interni alla Lega”: in una parola, scrivono CAZZATE! Abbiamo querelato più volte La Repubblica, quereleremo ancora”.
Per comprendere meglio la vicenda occorre però fare un passo indietro. Umberto Bossi percepisce dalla Lega Nord un vitalizio di 900 mila euro per se stesso e per il suo staff politico (oltre a una parcella milionaria da destinare al suo avvocato Matteo Brigandì). Stando alla versione dei fatti fornita da La Repubblica, dopo essersi insediato come nuovo segretario, Salvini avrebbe manifestato più volte l’intenzione di non voler pagare più un centesimo né al Senatùr né tantomeno al suo legale. Anzi, Salvini avrebbe pensato addirittura di costituirsi in tribunale come parte lesa (in quanto Lega) nei processi contro Bossi&figli. Solo la mediazione di Stefano Stefani riesce a placare gli animi, secondo La Repubblica. Dopo varie trattative si giunge a un compromesso: una scrittura privata nella quale Bossi accetta una riduzione del vitalizio da 900 a 400 mila euro (rinunciando alla parcella del suo avvocato, per la quale in precedenza aveva ottenuto un sequestro cautelativo di 6 milioni di euro) e Salvini acconsente a non adire le vie legali. Tutti felici e contenti, quindi? Nemmeno per sogno. La Repubblica parla infatti di un Salvini non fedele ai patti. L’ultima campagna elettorale per le europee è stata un bagno di sangue per la Lega. Le casse languono e il segretario opta per un’ulteriore decurtazione del vitalizio di Bossi: da 400 a 200 mila euro. Ma non è finita qui. Salvini infatti decide nuovamente di costituirsi come parte lesa contro Bossi. A questo punto volano schiaffi nel Carroccio: Bossi cita in giudizio il segretario per danni, con un’altra denuncia per truffa pronta a partire.
Dopo la risposta di Salvini, in casa Lega tutti si affrettano a smentire le voci sui presunti dissapori. Queste le parole del senatore Calderoli: “Ritengo inaccettabile che giornali e giornalisti che si definiscono seri possano creare una notizia rispetto al fatto che Bossi abbia portato in giudizio la Lega o Salvini. E’ completamente falso che ci sia un’azione giudiziaria da parte di Bossi nei confronti della Lega così come una mancanza di rispetto della Lega nei confronti del suo presidente. L’iniziativa è stata opera di un singolo per motivi professionali che nulla hanno a che fare con Bossi. Si mettano il cuore in pace perché è evidente anche dalle dichiarazioni di Salvini e di Bossi che la Lega è unita. Uniti si vince”.
Antonio Atte