Riforma della giustizia: dopo la “bozza in dodici punti” presentata il 30 giugno scorso dal tandem Renzi-Orlando e la consultazione online aperta ai cittadini ora è tempo di convertire tutte le proposte in un decreto legge. Oggi, infatti, è previsto un vertice di maggioranza tra Pd e Ncd per discutere dell’impianto generale della riforma. Domani il Guardasigilli, Andrea Orlando, riceverà le opposizioni. Un giro di consultazioni per chiudere quanto prima la partita e inserire nel decreto ‘Sblocca Italia”, in discussione nel prossimo Consiglio dei Ministri il 29 agosto, almeno la nuova normativa sul processo civile. L’esecutivo dell’ex rottamatore intende dare un’accelerazione su una materia sensibile come la giustizia partendo proprio dal processo civile, consapevole della convergenza trasversale che questo tema riscuote da parte di Forza Italia, Nuovo Centrodestra e Scelta Civica. Del resto, proprio ieri, in un tweet Renzi aveva parlato di “giustizia civile che civile non è”, polemizzando contro le indiscrezioni di stampa dei giorni scorsi e dettando i quattro punti dell’agenda autunnale del governo: oltre alla giustizia, scuola, infrastrutture e semplificazione della Pubblica amministrazione.
I progetti del Governo non sono segreti. Iniziamo dalla giustizia a cominciare da quella civile che oggi civile non è. Ne parliamo? #agosto
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 19 Agosto 2014
GIUSTIZIA – Nel decreto “Sblocca Italia” dovrebbero confluire le norme per aggredire l’arretrato civile e riorganizzare il lavoro degli uffici giudiziari oltre alla negoziazione assistita mediante avvocati. Il resto della riforma sarà trattato con una serie di disegni di legge. Sia sul penale, con i nuovi reati come l’autoriciclaggio o la reintroduzione del falso in bilancio e con l’aggravio di pene per i reati di corruzione, sia sul civile con le norme per lo sveltimento del processo. I nodi da sciogliere restano sempre la prescrizione, le intercettazioni e la responsabilità civile delle toghe. Se sulla prescrizione Forza Italia e Ncd convergono sul ritorno alla legge ex Cirielli, Sel e M5s fanno fronte comune e invocano un ritorno a prima della legge gradita agli azzurri. Mentre il Pd parla di “tempi modulati per i gradi processo”. Non meno difficile, poi, sembra essere l’accordo sul tema intercettazioni: i democratici spingono per interventi a difesa della privacy, mentre a destra Berlusconi e Alfano propendono per il divieto di pubblicazione fino al processo. Nervi tesi anche sulla responsabilità civile dei giudici: su questo tema il fronte è spaccato fra coloro che invocano la responsabilità diretta (Fi e Ncd) e chi invece propende per quella indiretta (Pd, M5s e Sel).
INCONTRI – Intanto, nelle consultazioni delle prossime ore, il ministro Orlando dovrà spiegare ai partiti e alle loro delegazioni quanto già illustrato due giorni fa al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. L’azione del governo, infatti, nello ‘Sblocca Italia’ interesserà le riforme ordinarie: la magistratura, con la nuova legge elettorale per la formazione del Consiglio superiore della magistratura, e il nuovo sistema disciplinare.
Carmela Adinolfi