Sondaggi politici SWG, il pessimismo degli italiani su robot e nuove tecnologie
Sondaggi politici SWG, il pessimismo degli italiani su robot e nuove tecnologie
I robot e l’intelligenza artificiale agli italiani non piacciono molto. Questo è quanto emerge dagli ultimi tra i sondaggi politici di SWG di questa settimana.
Oltre alle domande sulle intenzioni di voto è stato chiesto al campione (1000 soggetti con metodo CATI-CAWI) un’opinione sull’impatto delle scoperte tecnologiche e dell’adozione di robot e dell’intelligenza artificiale.
Le risposte non sono confortanti.
Secondo il 72% vi sarà una crescita dei profitti per le imprese, ma per il 70% significherà anche una perdita di posti di lavoro per le persone con bassa professionalità.
È dai tempi della rivoluzione industriale che questo dibattito va avanti, e ora appare ritornare spinta dai più recenti avanzamenti della tecnologia.
Una percentuale minore, ma comunque superiore al 50% pensa che ci sarà un aumento della produttività, mentre il 62% ritiene che diminuirà la fatica fisica dei lavoratori. Due opinioni positive, comunque sposate da una proporzione minore di italiani di quella riguardante la perdita di posti.
Per il 52% ci sarà viceversa un aumento di opportunità per le persone qualificate, ma solo per il 32% un aumento del merito. E solo per il 19% cresceranno gli stipendi per chi lavora.
Sondaggi politici SWG, nulla di buono per gli italiani dalla nuova rivoluzione industriale
Anche nella domanda sulla rivoluzione industriale le risposte appaiono simili, anzi ancora più pessimiste forse.
Il 62% pensa che questa porterà alla scomparsa dei lavori poco qualificati a favore delle macchina, per il 61% vi sarà uno strapotere delle multinazionali.
Per il 58% la concentrazione del potere sarà in mano a meno persone e i posti di lavoro saranno meno, scatenando una concorrenza maggiore di ora.
Più del 50% pensa che spariranno le piccole imprese, assorbite dalla multinazionali, aumenterà la precarietà e la spersonalizzazione.
Solo per il 32% vi sarà un effetto positivo, ovvero la diminuzione delle ore di lavoro e più tempo per se stessi.
Un panorama ampiamente negativo, che del resto conferma i sentiment che già in passato erano emersi, e che in un certo senso si sono confermati nelle urne elettorali