Noemi Durini: 18 anni di carcere per Lucio, domani la sentenza
Noemi Durini, la ragazza di sedici anni originaria di Specchia (provincia di Lecce), fu picchiata e accoltellata il 3 settembre 2017, poi sepolta viva in una cascina di Castrignano del Capo, dove è stato rinvenuto il corpo 10 giorni dopo.
«È successo che gli sono andato di dietro e le ho infilzato il coltello in testa e poi con delle pietre le ho frantumato la testa. L’ho lasciata stesa, ho messo delle pietre sopra di lei, però in quel momento non capivo niente, so di averla colpita alla nuca ma non so in quale punto. Poi si è spezzata la lama dentro, io mi sono trovato il manico in mano». Questa era stata la ricostruzione di Lucio Marzio, fidanzato e carnefice al contempo di Noemi, in una delle numerose ritrattazioni della versione fornita ai pm. Il processo con rito abbreviato a suo carico è già iniziato. Domani, giovedì 4 ottobre, la sentenza.
18 anni di reclusione per Lucio Marzio, assassino di Noemi Durini?
La richiesta della pm Anna Carbonara rispetto al colpevole della morte della ragazza salentina è stata espressa proprio in questi ermini: diciotto anni di carcere per l’omicidio e un anno e mezzo per i reati collaterali confluiti nel processo. Nel fascicolo infatti sono confluiti, oltre all’omicidio, anche altri reati, tra cui ricettazione, furto, lesioni personali e danneggiamento di un’auto. La pm ha poi fatto richiamo ai numerosi tentativi di depistaggio che Lucio ha tentato di ordire, ma ha categoricamente escluso ogni chiamata di correo a cui si è appellato il giovane in diverse occasioni.
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Emergono anche nuovi, inquietanti dettagli sulla morte a cui Noemi è andata incontro
Lucio aveva raccontato di Noemi, ancora cosciente, scagliava pesanti invettive contro di lui che intanto la seppelliva, per occultarne il corpo. L’esame autoptico condotto dal medico legale Roberto Vaglio evidenzia invece che Noemi è morta per insufficienza respiratoria ed asfissia per il seppellimento. La causa sarebbe stata la commozione cerebrale arrecata dalle percosse che Noemi Durini ricevé sulla testa, aggravate da una profonda lesione alla laringe.
Lucio Marzio avrebbe quindi trascinato il corpo privo di coscienza nell’oliveto e poi sepolto. Qui sarebbe sopraggiunta la morte per la compressione della cassa toracica e il debito di ossigeno, dopo lunga agonia, mentre la giovane donna era ancora priva di sensi.