Colera Napoli: sintomi, contagio e vaccino in Italia, cosa è successo

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Colera Napoli: sintomi, contagio e vaccino in Italia, cosa è successo

Due le vittme colpite dal colera, nel casertano: si tratta di mamma e figlio, immigrati di origini bengalesi, da poco tornati in Italia dal loro paese di origine, residenti a Sant’Arpino (nei pressi di Aversa). Entrambi sono stati ricoverati presso l’ospedale Cotugno, restano sotto stretta osservazione sanitaria, come dichiara il commissario straordinario del Cotugno, Antonio Giordano, il quale aggiunge anche «La situazione è del tutto sotto controllo».

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Colera Napoli: le condizioni dei due pazienti colpiti

Il bambino presenta un quadro clinico più complesso: viste le sue condizioni, è stata necessario internarlo in rianimazione al Santobono. Le condizioni della madre non sembrano preoccupanti. Ci sono stati però nei miglioramenti nel corso della giornata di ieri, che sono valsi al piccolo l’uscita dalla terapia intensiva. Ricoverato anche il fratellino del bambino: benché l’esito del test fosse stato negativo, riportava i sintomi della malattia.

Intanto, il direttore della prima divisione malattie infettive dell’ospedale Cotugno, il Professor Carlo Trascini, rassicura che «Non c’è epidemia. Ci sono due casi in cui abbiamo riscontrato sintomatologia da infezione da batterio del Vibrio Cholerae, e manderemo campioni all’Istituto superiore di sanità per conferma». Ha poi aggiunto anche «Dati i tempi dell’incubazione della malattia e della loro permanenza in un paese a rischio e del rientro in Italia- spiega – non vi è dubbio che la malattia sia stata contratta all’estero. Abbiamo avviato tutti i protocolli previsti anche sui familiari».

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Colera Napoli: rischio contagio per chi ha avuto contatti con i pazienti?

Riguardo questa grave possibilità, Gianni Rezza, membro dell’Iss Istituto Superiore Sanità, del Dipartimento Malattie Infettive, dichiara in proposito che «Non si possono escludere altri casi se ci sono stati contatti stretti tra la donna e il bambino con altre persone durante i sintomi. Ma se effettivamente si tratta di colera, non è una malattia che ci allarma perché la trasmissione è per via oro-fecale ed essendo due casi di importazione, il rischio di diffusione su larga scala non c’è».

Risale al 2008 l’ultimo caso registratosi in Italia di colera, che colpì un uomo che era stato in visita in Egitto: il paziente è morto in ospedale. Nel 1973 anche Campania e Puglia dovettero sottostare ai duri colpi dell’epidemia. Il ritorno dell’incubo del colera ha scosso il comune casertano, dove l’Asl ha avviato un piano di prevenzione. Corsa al vaccino nel comune campano.

Veicolano la malattia acqua e cibo contaminato dai vibrioni del colera che, resistenti all’ambiente e all’azione dell’acqua, infettano con gran frequenza pesce e frutti di mare, i cibi a cui prestare più attenzione. Febbre, letargia, crampi, vomito e scariche diarroiche violente – anticamera di un pericoloso stato di disidratazione – i sintomi più comuni della malattia.

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