Def 2018: pensioni Quota 100, reddito di cittadinanza, flat tax. Testo in pdf

Def 2018 Pensioni Quota 100

Def 2018: pensioni Quota 100, reddito di cittadinanza, flat tax. Testo in pdf.

Quota 100, Flat Tax, reddito di cittadinanza e pace fiscale: ecco il Def 2018


Il testo del Def 2018 è disponibile in pdf per chiunque voglia leggerlo. È possibile trovare il link alla fine di questo articolo. In quest’ultimo, invece, sintetizzeremo gli aspetti principali, prevalentemente collegati alle pensioni e a Quota 100, al reddito di cittadinanza e alla flat tax. Prima di focalizzarci su questi punti, è utile dare uno sguardo alla premessa; questa è significativa, perché esplicita le prospettive di crescita in base alle intenzioni del Governo.

Def 2018: prospettive di crescita e considerazioni iniziali

“La stima di crescita del Pil per quest’anno scende dall’1,5 all’1,2%. E la previsione tendenziale per il 2019 viene ridotta dall’1,4 allo 0,9%. Nei due anni seguenti la crescita riprenderebbe lievemente, salendo all’1,1%. Queste previsioni si basano sulla legislazione vigente che prevede corposi rialzi delle imposte indirette a partire dal 2019”.

Tuttavia, il Governo ritiene tali tassi “inaccettabilmente bassi”. Il punto è sulla realizzazione dei punti principali del contratto di governo e nel voler rilanciare gli investimenti. Da qui la decisione di adottare “una politica fiscale meno restrittiva; con un indebitamento netto pari al 2,4% del Pil nel 2019; al 2,1% nel 2020; e all’1,8% nel 2021”. Infine, si parla della clausole di salvaguardia per evitare l’aumento dell’Iva; un obiettivo da raggiungere tramite “interventi di riduzione della spesa e di potenziamento dell’attività di riscossione delle imposte”.

Capitolo crescita del Pil; grazie alla “politica economica; l’azione di riforma; la buona gestione della PA e il dialogo con imprese e cittadini”. Si stima così una crescita del Pil dell’1,5% nel 2019 e dell’1,6% nel 2020. Inoltre, “su un orizzonte più lungo, l’Italia dovrà crescere più rapidamente del resto d’Europa, onde recuperare il terreno perso negli ultimi 20 anni”. Questi obiettivi di crescita vengono considerati “ambiziosi ma realistici”. In conclusione la riduzione del debito pubblico. “Lo scenario programmatico […] traccia un percorso di significativa riduzione del rapporto debito/Pil, che dal 131,2% del 2017 scenderà al 126,7% nel 2021”.

Def 2018: un po’ di numeri

Numeri importanti vengono citati nella parte iniziale del Def (pag. 8). “In ottemperanza alle norme della legge di contabilità e finanza pubblica sui contenuti obbligatori della Nota di Aggiornamento del DEF, il saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato di competenza potrà aumentare fino a 68,5 miliardi di euro nel 2019; 56,5 miliardi nel 2020; 45,5 miliardi nel 2021. Il corrispondente saldo netto da finanziare di cassa potrà aumentare fino a 147 miliardi di euro nel 2019; 110,5 miliardi nel 2020, e 96 miliardi nel 2021″.

Def 2018: pensioni Quota 100, cosa dice il testo

Il Governo è convinto che gli interventi sul sistema pensionistico andranno ad agevolare il fisiologico turnover delle risorse umane impiegate; “anche per rinnovare le competenze necessarie all’innovazione” si può leggere. La diretta conseguenza sarà l’introduzione di “nuove modalità di accesso al pensionamento anticipato”. Il legame, almeno stando al testo, appare scontato. E da fonti del Governo si parla di almeno 1 assunzione ogni 2 pensionamenti.

La correlazione tra Quota 100 e occupazione, espressa inizialmente a pagina 40 del testo, viene poi ribadita quando si parla delle misure. E prioritariamente di Quota 100, che contribuirà ad “agevolare il ricambio generazionale e consentire ai giovani di poter avere accesso al mercato del lavoro”.

Su Quota 100, andando più nel dettaglio, si parla di un limite anagrafico (62 anni) e contributivo (38 anni). Tale misura si collega alle prospettive di occupazione “stabile” ai giovani. Si cita anche la bassa natalità in Italia; infatti, questa potrebbe rappresentare un problema per le pensioni del futuro. In sostanza, leggendo tra le righe, il Governo sembra tenere molto al collegamento tra il superamento della Fornero e la rioccupazione giovanile “stabile”; ciò, per favorire le pensioni delle nuove generazioni.

Def 2018: reddito di cittadinanza e occupazione

Altro strumento per favorire l’occupazione è il reddito di cittadinanza. Anche se sembra un contrasto di termini, in realtà bisogna approfondire la questione. Non è un caso che negli ultimi giorni si sia parlato di sanzioni e pene severe nei confronti dei furbi, fino alla reclusione in carcere. Secondo il Governo il reddito di cittadinanza andrà a sostenere il reddito di chi si trova al di sotto della soglia di povertà relativa (fissato a 780 euro mensili); nonché a fornire un incentivo per rientrare nel mondo del lavoro.

Uno degli elementi imprescindibilmente collegati al reddito di cittadinanza riguarda infatti il percorso formativo professionale; nonché l’obbligo di accettare almeno una delle prime 3 proposte di lavoro eque; cioè, non lontane dal luogo di residenza del lavoratore. Ciò sarà determinato da un rafforzamento “qualitativo e quantitativo” dei centri per l’impiego. Due sono gli aspetti da definire. “Individuare le competenze da formare, funzionali allo sviluppo delle diverse Regioni; definire un sistema di tracciabilità dei fondi destinati alla ristrutturazione dei centri per l’impiego”. Un altro aspetto importante riguarda la formulazione del reddito di cittadinanza che “opererà in via completamente digitale, riducendo tempi, costi e possibilità di frodi”.

Def 2018: flat tax e pressione fiscale

Diversi paragrafi sono dedicati anche alla flat tax, strettamente correlata alla riduzione della pressione fiscale e al rilancio del mercato del lavoro. Si parla di “prima fase”, nella quale confluirà “l’innalzamento delle soglie minime per il regime semplificato d’imposizione su piccole imprese, professionisti e artigiani”. E di aliquota ridotta pari al 15%, per l’imposta sui redditi di impresa. “L’aliquota ridotta si applicherà ai redditi corrispondenti agli utili destinati all’acquisto di beni strumentali e alle nuove assunzioni”.

Tra le previsioni spicca l’abrogazione dell’IRI (Imposta sul Reddito Imprenditoriale). Quest’ultima “doveva entrare in vigore nel 2019 con aliquota al 24%”; ora, è “superata dalla flat tax per le piccole imprese e lavoratori autonomi”.

La flat tax viene correlata anche alla “creazione di un clima più favorevole alla crescita e all’occupazione, tramite la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro”. L’estensione del regime forfettario è da leggere anche in questo senso, vista inoltre l’esenzione dal versamento dell’Iva e da ogni adempimento. Infine, l’investimento e l’incremento occupazionale da parte delle imprese sarà premiato tramite l’aliquota ridotta delle imposte applicata ai redditi derivanti dagli utili destinati all’acquisto di beni strumentali e nuove assunzioni.

Def 2018: pace fiscale

Tra le intenzioni del governo spicca anche un decreto legge sulla pace fiscale, altrove denominata come “misure di risoluzione del contenzioso fiscale”. La finalità principale è quella di chiudere “le posizioni debitorie ancora aperte per consentire che l’attività di riscossione ordinaria riprenda con maggiore efficienza”; nonché “la chiusura delle liti pendenti”. La misura della pace fiscale, per la quale si prevede un importante reperimento delle risorse, sarà approfondita più nel dettaglio nella Legge di Bilancio 2019.

Def 2018 e Disegni di legge collegati: ecco quali

Il Governo ha poi collegato alla Manovra di Bilancio 2019-2021 i seguenti disegni di legge:

Def 2018: testo in pdf

Per leggere e consultare la versione integrale della Nota di Aggiornamento del Def 2018 vi invitiamo a selezionare il seguente pdf scaricabile.

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