Raffaele Perinelli è morto, la ricostruzione dell’omicidio del calciatore

Pubblicato il 8 Ottobre 2018 alle 16:48 Autore: Gloria Sahbani
raffaele perinelli

Nella notte tra il 6 e 7 ottobre il calciatore Raffaele Perinelli viene accoltellato al petto e muore poco dopo l’arrivo all’ospedale Cardarelli di Napoli. Il giovane sognatore aveva 21 anni.

Raffaele Perinelli: l’omicidio

L’omicida si costituisce nella notte, in lacrime e disperato: “sono distrutto. Ho ucciso quel povero ragazzo e ho distrutto anche la mia vita”. Queste le parole di Alfredo Galasso, venditore ambulante di frutta e verdura di dieci anni più grande della vittima, che lo conosceva bene e due anni fa frequentava. Qualche sabato fa ebbero un violento litigio fuori da un locale di Bagnoli, a Napoli. Poi la fatidica sera di due giorni fa.

Si rincontrano casualmente davanti a un circolo ricreativo di Miano, a nord di Napoli. “L’ho visto in scooter e io ero in auto. Lui mi ha visto e ha sferrato un calcio nella portiera. Poi si è fermato e ho visto che prendeva qualcosa dalla sella e a quel punto sono uscito”, dice Galasso, in preda alla disperazione.

Non si sa cosa stesse prendendo Raffaele Perinelli. Lui invece aveva un coltello. “Ci siamo scontrati e l’ho ucciso. […] Dopo l’omicidio sono corso verso casa mia, ho vagato per tutta la notte, ho buttato il coltello in un vallone a Miano e poi ho chiamato mia sorella chiedendo aiuto”.

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Chi era Raffaele Perinelli, giovane promessa calcistica

Nulla aveva a che fare con la malavita nonostante suo padre, affiliato al clan Lo Russo, era stato ucciso in un agguato del 2003. Il giovane Lello era un grande lavoratore ed un instancabile calciatore. Alla mattina lavorava per una ditta di pulizie e al pomeriggio si allenava nei campi da calcio del quartiere perché sognava di diventare un professionista.

Era un terzino sinistro momentaneamente senza contratto dopo le stagioni al Sant’Agnello, al Gragnano e alla Turris, club di Torre del Greco. Con il Gragnano e la Turris aveva disputato i due campionati disputati in Serie D, rispettivamente nelle stagioni 2015-16 e 2016-17.  Scrive uno dei suoi allenatori, Rosario Esposito:”Lello scusaci, perché non abbiamo saputo darti un mondo all’altezza dei sogni che avevi”.

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