Legge di Bilancio 2019: PIL e deficit, perché il DEF è stato bocciato
La Nota di Aggiornamento al DEF (NADEF) stilata dal governo Conte-Salvini-Di Maio continua a ricevere bocciature. Dopo le istituzioni internazionali adesso tocca a quelle nazionali avere qualcosa da ridire sul progetto di legge di bilancio.
Il problema, in questo caso, non è tanto il deficit elevato, quanto le stime irrealistiche che compongono la base della manovra.
In poche parole, secondo l’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB), organismo indipendente, il governo si sta inventando le risorse. In particolare, c’è uno 0,5% di crescita ingiustificata.
L’UPB disse la stessa cosa a Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan nel 2016: all’epoca la crescita inventata fu dello 0,4%. Il governo fu quindi costretto ad aumentare il deficit per far quadrare i conti: le motivazioni addotte furono le crisi dei migranti e il terremoto del Centro Italia.
Dal 2% della NADEF, il governo Renzi chiese l’autorizzazione a salire al 2,4% di deficit.
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Legge di bilancio: cosa dice l’UPB
L’UPB ha certificato, buon ultimo di una lunga serie, che la manovra contiene stime esagerate di crescita. La NADEF ritiene che nel 2019 si conseguirà una crescita dell’1,5% in termini reali e del 3,1% in termini nominali.
Le istituzioni internazionali e il buonsenso, invece, lasciano intendere che la crescita sarà più bassa. Il motivo è abbastanza semplice: la crescita italiana dipende da quella globale. La crescita globale sta rallentando, per cui rallenterà anche quella italiana.
Questo significa che anche le altre stime che dipendono dalla crescita del PIL sono tutt’altro che prudenti. In particolare il deficit e il debito pubblico aumenteranno ben più del previsto.
Come abbiamo già detto, è la stessa NADEF a certificare che non ci sono abbastanza coperture per le voci di spesa del governo. Per questa ragione l’esecutivo si è già riservato la possibilità di aumentare le tasse, tagliare le detrazioni o aumentare gli acconti.
Legge di bilancio: che succede adesso
Il parere dell’UPB non è vincolante, ma il governo dovrà spiegare alle Camere perché intende ignorare tale parere. Se la spiegazione non sarà convincente, il governo potrebbe essere costretto a correggere i numeri o ad affrontare una bufera finanziaria.
Il processo di certificazione dovrebbe continuare fino a novembre, ed allora dovrebbero esserci maggiori dettagli riguardo la legge di bilancio. Durante i lavori sarà più chiaro dove il governo vorrà prendere le risorse per finanziare il suo programma e, nel caso, chiedere alle Camere l’autorizzazione a sforare il deficit.
Come fecero, appunto, Renzi e Padoan nel 2016.