Yara Gambirasio: sentenza Cassazione, domani il verdetto per Bossetti
Previsto per il 12 ottobre l’ultimo grado di giudizio a cui sarà sottoposto Massimo Bossetti, che potrebbe condannarlo al carcere per il resto della sua vita. Se la Corte di Cassazione dovesse accogliere la richiesta avanzata dall’ala difensiva di Bossetti, la sentenza potrebbe ribaltarsi. Vediamo quali fattori potrebbero avere maggiore incidenza sul verdetto, ormai imminente.
Cosa ha spinto gli investigatori a ritenerlo responsabile della morte di Yara Gambirasio
Per Massimo Bossetti, muratore del comune bergamasco di Mapello, scattò lo stato di fermo il 16 giugno 2014, presso un cantiere di Seriate (provincia di Bergamo). Sono stati necessari quattro anni prima di dare un volto all’assassino di Yara Gambirasio, dopo aver scagionato da ogni accusa Mohammed Fikri. Indagato nel dicembre 2010, Fikri fu dichiarato totalmente estraneo alla scomparsa della tredicenne di Brembate di Sopra. Ormai l’attenzione è puntata da tempo contro Bossetti, ritenuto unico colpevole dell’omicidio di Yara, il cui corpo è stato rinvenuto il 26 febbraio 2010, in un campo a Chignolo d’Isola.
Le manette sono scattate ai polsi del muratore 44enne a seguito delle indagini condotte ad ampio spettro a partire da un frammento di DNA rimasto sui pantaloni di Yara. Il profilo genetico era stato quindi battezzato “Ignoto 1” e aveva condotto all’autista Giuseppe Guerinoni. Quest’ultimo è morto nel 1999, ma Massimo Bossetti ne è figlio illegittimo. Questo ha dirottato le indagini contro di lui, con annesse prove particolarmente schiaccianti ad acclarare il suo coinvolgimento nella morte di Yara Gambirasio.
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Il nuovo processo per la morte di Yara Gambirasio: la linea adottata dalla difesa di Bossetti
Se la Corte di Cassazione dovesse confermare i verdetti di 1° e 2° grado a carico dell’imputato, sarebbe emessa la definitiva condanna all’ergastolo. Ma i legali di Bossetti, oltre a sollevare di fronte ai giudici almeno 23 prove a favore dell’assistito, avanzeranno la richiesta di una nuova perizia sui materiali genetici e sul DNA del presunto assassino di Yara Gambirasio. Tale domanda sussisterebbe in forza del mancato rispetto dei protocolli previsti per questo tipo di esami, che hanno inopportunamente inchiodato il presunto colpevole.
Anche i familiari sono convinti dell’errore di identificazione, che avrebbe indotto a ritenere i DNA dell’Ignoto 1 sovrapponibile a quello dell’operaio incensurato. Qualora questa domanda dovesse non essere respinta, quello del 12 ottobre non sarà l’ultimo passo del caso di Brembate. Sarà, infatti, necessario un nuovo processo di appello per Bossetti.
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