Risparmio in Italia, come si è evoluto nel tempo – Infografiche
Se ne riparla in questi giorni, a seguito del rinfocolarsi della tempesta dello spread. Alcuni esponenti della maggioranza di governo hanno fatto notare come l’allarme per la crescita degli interessi da pagare dallo Stato e per la carenza di possibili creditori sia esagerata perché in fondo gli italiani hanno un amplissimo risparmio.
In effetti il risparmio che non riguarda gli immobili è enorme in Italia, si tratta secondo il Sole 24 Ore di 4 mila e 229 miliardi.
986,1 miliardi sono di fatto assicurazioni di vario genere, come quelle sulla vita. 963,3 miliardi sono azioni, la gran parte dei quali quote di aziende familiari, non quotate in Borsa. Ovvero la famosa piccola e media impresa italiana.
873,3 miliardi sono liquidi o semi-liquidi, contante, depositi a vista. Poi vi sono 494 miliardi di altri depositi misti, 334, 5 miliardi di titoli a medio-lungo termine, quindi anche i famosi Btp, in cui diverse famiglie hanno investito. E così via.
Il problema è che in questi anni di crisi la percentuale di risparmio sul PIL è calato. Infatti era simile ai livelli europei nel 2002 ma ora è decisamente inferiore. C’è stata una ripresa dal 2010, legato alla crescita della Borsa, ma siamo ancora al di sotto dei livelli di inizio millennio.
Vediamo con la nostra infografica cosa è cambiato in Italia e cosa in altri Paesi
Risparmio in Italia, da primi in classifica a fanalino di coda – infografiche
Abbiamo preparato una mappa basandoci sui dati Eurostat sulla propensione al risparmio in Italia e in Europa in proporzione al reddito, e si nota in modo molto chiaro un’evoluzione. Si può passare di anno in anno dal 1995 in avanti.
In generale un calo vi è stato in modo generalizzato, ma è in Italia che è stato più ampio e generalizzato.
Nel 1995 la nostra propensione al risparmio era del 20,7%, tra le maggiori d’Europa. Era poi calata intorno al 12-13% negli anni 2000, ma rimanevano nel nucleo dei maggiori risparmiatori assieme alla Germania, alla Francia, a Belgio, Austria. Altrove si era sotto il 10%, per esempio in Spagna e Regno Unito, o addirittura in negativo. Questo perché i debiti privati superavano i risparmi.
Gli italiani non hanno mai fatto molti debiti, ma a un certo punto hanno comunque smesso di risparmiare come prima.
Siamo scesi nel 2012 per la prima volta sotto il 10%, nel 2016 eravamo al 10,4%, e siamo rimasti diversi anni su quei livelli.
Siamo sempre davanti alla Spagna o al Regno Unito, ma ormai la Germania, con il 17,1%, è lontana.
Ai massimi vi sono ora Svezia e Lussemburgo.
A dimostrazione che il risparmio è anche questione di benessere. E non si riprenderà finché non ci sarà una piena ripresa economica.