Termometro Finanziario: l’economia rallenta e torna la paura sui mercati

Termometro Finanziario: l’economia rallenta e torna la paura sui mercati

 

Settimana in correzione per le principali borse mondiali, specie nella giornata di venerdì: solo considerando il giorno finale dell’ottava Milano ha lasciato sul terreno il 3,43%, Francoforte il 2,36 %, mentre il Dow Jones statunitense l’1,05%.

[ad]Il venerdì nero è iniziato a causa dei dati sulla crescita del PIL cinese, che è cresciuto per l’ultimo trimestre “soltanto” del 8,1% annuo, contro l’8,3% previsto dagli analisti. Ormai da diverso tempo la Cina cresce a un ritmo meno serrato, a causa della debolezza dei tradizionali mercati di sbocco della dragone, ovvero Europa e USA, delle difficoltà del settore edilizio, e infine della politica monetaria restrittiva volta a contenere l’inflazione, la quale, se finisse, fuori controllo potrebbe acuire le tensioni sociali. Tuttavia alcuni dati macroeconomici, tra cui la produzione industriale, fanno intuire che i prossimi mesi potrebbero essere migliori.

Nel pomeriggio i dati sulla fiducia statunitense hanno continuato a deprimere i mercati, poiché hanno contribuito a sostenere lo scenario di crescita ancora molto moderata. È iniziata intanto la stagione delle trimestrali negli Stati Uniti: i primi dati sono indubbiamente incoraggianti rispetto alle aspettative, ma va considerato che le attese erano già state tagliate precedentemente.

Ma è sempre la crisi dell’eurodebito a tenere banco: le continue strette fiscali cui sono sottoposti vari Paesi europei (tra cui Spagna e Italia) porteranno con sempre maggiore probabilità molti paesi e l’intera Eurozona al collasso, se questa politica restrittiva non verrà controbilanciata da una credibile azione volta a sostenere la ripresa economica. Gli effetti dello LTRO già fanno sentire la propria debolezza, infatti già si parla di un terzo round di denaro fresco firmato Mario Draghi, il fondo salva-stati non è neppure lontanamente sufficiente, mentre continua ad erodersi la fiducia che i governi europei (tecnici compresi) siano in grado di trascinare i Paesi fuori dalla crisi. Siamo quindi in mezzo al guado e il torrente si fa impetuoso.

Per quanto riguarda l’agenda macroeconomica della prossima settimana, occhi puntati su alcune statistiche che aiuteranno a capire come è andata la crescita economica negli USA nel primo trimestre del 2012. A tal proposito lunedì pomeriggio verranno rilasciati i dati sulle vendite al dettaglio, fondamentale misura dei consumi, una delle componenti del PIL. Il dato dovrebbe segnalare una contrazione.

Martedì mattina conosceremo il dato dei prezzi al consumo in Europa e quello dell’indice tedesco ZEW, un sondaggio volto misurare l'”ottimismo” circa il futuro dell’attività economica, mentre nel pomeriggio conosceremo il dato sulla produzione industriale americana e sui nuovi cantieri residenziali.

Giovedì per quanto riguarda l’Europa, conosceremo gli ordini all’industria in Italia e nel pomeriggio la lettura dell’indice della fiducia dei consumatori nell’Eurozona. Ancora nel pomeriggio usciranno negli USA le consuete nuove richieste di sussidi di disoccupazione, dato fondamentale poiché gran parte della ripresa passa dal riassorbimento dei non impiegati “prodotti” dall’economia nel corso della crisi. Sempre giovedì pomeriggio occhi puntati sulle vendite di case esistenti e sull’indice della Federal Reserve di Philadelphia relativo all’attività economica nella regione.

Venerdì infine occhi puntati sulla Germania, in particolare ai prezzi alla produzione e all’indice IFO, che misura le aspettative sui prossimi sei mesi.