Reddito di cittadinanza, ultime notizie: beneficiari maggiori al sud. I dati
Reddito di cittadinanza, ultime notizie: beneficiari maggiori al sud. I dati
Dati reddito di cittadinanza e beneficiari, chi prende di più
Una misura “assistenzialista” che, tra l’altro, serve soltanto per premiare la “fedeltà” del Sud alle ultime politiche? Molti gli sforzi profusi dai pentastellati nelle ultime ore per sbarazzare il campo da questa accusa. Innanzitutto, sul tema è intervenuto Giuseppe Conte: il Presidente del Consiglio, si trovava alla scuola di formazione politica della Lega, ha assicurato una modulazione delle offerte di lavoro in base a un criterio di “distribuzione geografica”. Poi sono arrivate le parole di Luigi Di Maio che ha voluto sottolineare come “il 47% delle famiglie destinatarie si trovi al centro-nord” dopo aver bollato come “bufala” l’insinuazione che il Reddito di cittadinanza sia una misura pensata soltanto per favorire il Meridione.
Reddito di cittadinanza: una misura pensata per il Sud?
D’altra parte, hanno fatto notare alcuni esperti, andando a fare il confronto con una misura simile come il REI la situazione è diversa. Infatti, il 70% degli assegni del reddito di inclusione è stato erogato nelle regioni del Sud – in testa Sicilia e Campania che insieme rappresentano il 50% del totale; solo il 18% dei beneficiari risiede al Nord e ancora meno, il 12%, al Centro.
Dunque, notano sempre gli esperti, anche nel caso del reddito di cittadinanza al Sud ci saranno molte domande e poche offerte di lavoro; una situazione di chiaro svantaggio per le altre zone del paese, insomma. Detto ciò, è possibile che il meccanismo su cui si basa la concessione del Reddito di cittadinanza vada a penalizzare chi rifiuta un’offerta di lavoro al di fuori della propria città o regione. Anche su questo versante dal governo si punta a mettere una pezza.
Per quello che è dato sapere al momento, lo strumento sarà indirizzato ai nuclei familiari con un Isee inferiore ai 9.300 euro. Quindi, i richiedenti se lo vedranno accreditato sulla tessera sanitaria; potranno spenderlo per i soli beni di prima necessità, tuttavia, non potrà accumularsi di mese in mese. In pratica, i soldi che non si spendono verranno persi.