Quanto guadagna un avvocato in Italia e come diventarlo
Quanto guadagna un avvocato in Italia e come diventarlo
La professione dell’avvocato fa parte di quelle tradizionali che seguono il completamento di un percorso universitario. Nell’immaginario collettivo è sempre stata un’attività di prestigio e ben remunerata, oggi però non è più così. Vari fattori infatti hanno influito o influiscono in modo negativo su tale professione, sicché un neolaureato in giurisprudenza oggi deve valutare con attenzione se scegliere o meno questo percorso di formazione professionale.
Vediamo di seguito qual è la situazione attuale in Italia in relazione a questo lavoro e ai suoi guadagni.
Come diventare avvocato secondo la normativa attuale
Anzitutto occorre ovviamente avere un diploma di scuola superiore ed iscriversi alla relativa facoltà universitaria. Bisognerà scegliere il percorso di laurea magistrale quinquennale, il solo a garantire la possibilità di fare il successivo praticantato. Dopo il completamento di tutti gli esami universitari previsti e il superamento dell’esame di laurea, il neolaureato potrà svolgere un anno di praticantato presso uno studio di avvocati, fare l’esame di abilitazione e iscriversi all’albo degli avvocati. Dopo di che potrà scegliere se occuparsi dell’area civile, penale o amministrativa.
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Qual è in media oggi il guadagno di un avvocato in Italia
Se è vero è che all’estero, specialmente nei paesi anglosassoni, il lavoro di avvocato è molto ben pagato (con stipendi che arrivano a toccare i 60.000 euro all’anno). In Italia la situazione è ben differente. Negli ultimi decenni infatti sono intervenuti vari fattori che hanno determinato la diminuzione del valore medio dello stipendio mensile di un avvocato. Se è vero che gli studi di maggior prestigio hanno forse risentito di meno di questi fattori, è altrettanto vero che la stragrande maggioranza degli avvocati italiani (specialmente quelli giovani) è oggi fortemente penalizzata rispetto al passato.
Secondo le statistiche aggiornate, un avvocato italiano oggi guadagna circa 38.400 euro all’anno. C’è però forte differenza tra i redditi dato che gli avvocati maschi guadagnano in media di più degli avvocati femmine;è vero che un avvocato del settentrione ha mediamente entrate maggiori dei colleghi del meridione. Soltanto con l’esperienza e l’anzianità, la situazione reddituale migliora un po’, avendosi, dopo i 40 anni, un aumento medio del reddito di circa 10.000 euro. In particolare oggi risultano essere penalizzati i giovani avvocati che, in molti casi, non superano la cifra di 500 euro mensili di reddito. Il dato che maggiormente colpisce è che, vent’anni fa, gli avvocati guadagnavano all’anno in media quasi il doppio.
I fattori che influiscono sul livello di reddito degli avvocati
I fattori che hanno condotto a questa situazione sono svariati: il fortissimo aumento degli iscritti all’albo (da 83mila nel 1995 a 242mila negli ultimi anni) con la conseguente saturazione del mercato e la diminuzione degli iscritti alla facoltà di giurisprudenza. Anche le riforme che hanno portato a risolvere le controversie con meccanismi più veloci ed esterni al tribunale, hanno contribuito al calo di guadagni, a vantaggio però dei cittadini.
L’aumento dei costi per portare avanti una lite in giudizio ha anch’esso pesato sulla scelta di ricorrere ad un avvocato. Oggi gli avvocati debbono fronteggiare maggiori spese rispetto al passato (come ad esempio quella relativa all’utilizzo di banche dati della giurisprudenza); pertanto sono costretti a richiedere parcelle più onerose per il cliente. Altri fattori che contribuiscono al calo del reddito sono i molti clienti insolventi e i noti tempi lunghissimi di un procedimento in tribunale.
In conclusione, è chiaro che oggigiorno questa professione è da scegliere soltanto se sorretti da una forte passione per il diritto e per questo ruolo. Ciò data la mole di fattori che condizionano la buona riuscita e il reddito collegato a questa impegnativa attività.
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