Pensione anticipata: quota 100 o vecchiaia con maggiorazione invalidi
Pensione anticipata, quota 100 o vecchiaia: cosa succede a fronte delle opzioni previste dalle maggiorazioni contributive agli invalidi valide.
Maggiorazione pensione anticipata e invalidi
Quali sono i termini previsti al momento per andare in pensione? E cosa succederà con l’ introduzione delle nuove misure? Rivediamo alcune delle strade già in vigore o di prossima attuazione per l’ accesso pensionistico. La pensione anticipata prevede, al netto dell’ adeguamento alla speranza di vita, che gli uomini possano andare in pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi, le donne a 41 anni e 10 mesi. La pensione di vecchiaia invece si calcola a partire dai 66 anni e 7 mesi nel 2018. Il termine, stando allo scatto di 5 mesi come adeguamento alla speranza di vita, dovrebbe passare ai 67 anni. Mentre Quota 100 prevede 62 anni di età minima e 38 anni di contributi versati.
Pensione anticipata, quota 100 o vecchiaia con maggiorazioni
Ripassati i termini minimi per andare in pensione vediamo come funzionano le cosiddette maggiorazioni contributive agli invalidi. In cosa consistono? In un meccanismo in base a cui per ogni anno di servizio effettivamente svolto presso pubbliche amministrazioni o aziende private o cooperative, si ha diritto al beneficio della maggiorazione di 2 mesi di contribuzione figurativa utile solo per il diritto alla pensione e per l’ anzianità contributiva. Come vedremo oltre ad alcuni requisiti il meccanismo è valido sino a un massimo di 5 anni di contribuzione.
Maggiorazioni contributive invalidi, i destinatari
I destinatari della misura: i sordi, gli invalidi per qualsiasi causa con un’ invalidità superiore al 74%. Oppure gli invalidi di guerra, civili di guerra e gli invalidi per causa di servizio nel rapporto di pubblico impiego con le Amministrazioni statali o gli Enti locali, con invalidità ascritta alle prime quattro categorie della tabella A allegata al testo unico delle norme in materia di pensioni di guerra.
Specifichiamo che il beneficio non può essere concesso ai titolari di pensione o assegno ordinario di invalidità a carico dell’ A.G.O., delle gestioni dei lavoratori autonomi e dei fondi sostitutivi per i quali non è prevista la rilevazione della percentuale di invalidità.
Maggiorazioni contributive invalidi, per un massimo di 5 anni
L’ anzianità contributiva del lavoratore viene maggiorata, ai fini del riconoscimento e della liquidazione della pensione e per un massimo di 5 anni, di 2 mesi per ogni anno di attività prestata dal riconoscimento dell’ invalidità e di 1/6 per ogni settimana di lavoro svolto per periodi inferiori all’ anno. Però dal calcolo vengono esclusi periodi coperti da contribuzione volontaria, figurativa o derivanti da riscatto non correlato ad attività lavorativa.
Liquidazione prestazioni – Pensione anticipata, quota 100 o vecchiaia
Se la maggiorazione dell’anzianità contributiva è determinante ai fini del diritto a pensione, la decorrenza delle prestazioni pensionistiche (assegni di invalidità, pensioni dirette e indirette autonome e supplementari, supplementi di pensione) non può essere anteriore al 1° febbraio 2002. La predetta maggiorazione è utile anche per raggiungere il requisito contributivo. O la maggiore anzianità in assenza del requisito anagrafico, per la pensione di anzianità o anticipata.
Il beneficio nella misura di due mesi per ogni anno di lavoro fino ad un massimo di cinque anni è riconosciuto entro l’ anzianità contributiva massima di 40 anni per il calcolo della pensione con il sistema di calcolo retributivo.
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