Pensioni ultime notizie: Quota 100 verso la modifica? Italia declassata
Cosa succede a Quota 100 nel 2019
Che Quota 100 e il superamento della Legge Fornero non piacciano all’Europa né ai mercati è un dato di fatto. La conferma viene anche dal recente declassamento dell’Italia da parte di Moody’s. E così sulle pensioni ultime notizie si rincorrono sui timori che Quota 100, così come alcuni punti della Manovra, possano subire delle modifiche. Il governo tira dritto, affermando di aspettarsi quanto accaduto. E in attesa del giudizio di Standard&Poor’s (anch’esso, si prevede, negativo), si dovrebbe procedere con quanto riportato sul programma, anche e soprattutto su Quota 100.
Pensioni ultime notizie: Italia declassata, conseguenze su Quota 100?
Entrando nello specifico, Moody’s ha declassato il rating dell’Italia a Baa3 da Baa2, modificando l’outlook in stabile. A rendere il giudizio negativo, come riferisce Il Sole 24 Ore, gli impatti negativi causati dallo stallo di riforme strutturali e fiscali. Nonché la prospettiva di un deficit più alto rispetto alle aspettative. Inoltre manca un piano coerente relativo alla crescita, e le previsioni del governo risultano ottimiste. Resta comunque un outlook stabile, per alcuni “punti di forza” nel credito; mentre le possibilità di un’uscita dall’Euro hanno subito un aumento. Ora è attesa per il giudizio di Standard&Poor’s, che secondo le stime degli analisti dovrebbe cambiare l’outlook in negativo (da stabile).
Ci saranno conseguenze su Quota 100? Secondo Fitch, come scritto in un comunicato, e da cui è previsto un ulteriore giudizio nel 2019, un nuovo downgrade il prossimo anno potrebbe avere conseguenze sul fronte bancario. Di tutto questo il Governo non si è detto affatto sorpreso, aspettandosi i tagli da parte delle agenzie di rating, spesso già messe sotto accusa dai leader dell’esecutivo.
Pensioni ultime notizie: Quota 100 con o senza penalizzazioni?
Recentemente abbiamo parlato di una Quota 100 senza limiti né penalizzazioni, ma in realtà non sarà così. Quota 100 sarà penalizzante in sé, perché chi sceglierà di uscire prima dal mondo del lavoro, anziché attendere la pensione ordinaria, potrebbe perdere fino a un quinto dell’assegno che andrebbe a percepire aspettando altri 5 anni. Ne ha parlato il presidente dell’Inps Tito Boeri, ma anche secondo delle valutazioni realizzate da Progetica per Repubblica, lo scenario risulta abbastanza chiaro. Considerando il profilo medio di un 61enne che ha esordito nel mondo del lavoro nel 1981 e con uno stipendio attuale di 2 mila euro netti mensili, questi, uscendo a 62 anni di età e 38 di contributi, perderebbe oltre 300 euro; passando dai 1.778 euro che prenderebbe andando in pensione ordinaria, ai 1.442 che percepirebbe uscendo con Quota 100.
Da qui risulta logico ritenere come Quota 100, pur non contenendo le penalità di cui si parlava fino a poco tempo fa, possa essere penalizzante nella sua struttura, relativamente soprattutto all’importo dell’assegno mensile. Insomma, una scelta sulla quale ponderare bene e che potrebbe indurre più di qualcuno a tornare sui suoi passi e a uscire più tardi del previsto.
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