Legge 104 e aumento stipendio, come funzionano gli scatti di anzianità
Con Legge 104 e congedo straordinario, come funzionano gli scatti di anzianità per gli aumenti stipendio? Vediamo cosa dice la normativa in merito.
Aumento anzianità Legge 104, cosa è previsto
Quando si usufruisce del congedo straordinario previsto dalla Legge 104, il tempo trascorso lontano dal lavoro vale per gli scatti di anzianità di servizio e quindi per gli aumenti di stipendio? E lo stesso può dirsi per il raggiungimento dei requisiti pensionistici? Per scoprire come funziona il meccanismo bisogna guardare alla normativa di riferimento, che di fatto legifera la materia. Ecco dunque quando viene sospesa l’anzianità di servizio e quando invece avanza, comportando di conseguenza l’aumento di stipendio previsto.
Legge 104: congedo straordinario e contributi, come funziona
Come scritto sopra, dobbiamo guardare le Leggi in materia per comprendere il meccanismo. Cominciamo così dal Decreto Legislativo n. 151/2001, articolo 42 comma 5 e dalle successive modificazioni, sopraggiunte con il DL n. 119/2011 (art. 4). Qui si legge che “durante il periodo di congedo, il richiedente ha diritto a percepire un’indennità corrispondente all’ultima retribuzione, con riferimento alle voci fisse e continuative del trattamento”; nonché che “il periodo medesimo è coperto da contribuzione figurativa”. Infine, in seguito si specifica che il periodo di congedo retribuito “non rileva ai fini della maturazione delle ferie, della tredicesima mensilità e del trattamento di fine rapporto”.
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Legge 104: anzianità di servizio, come funziona e quando scatta
Come ormai è ben noto, il congedo straordinario consente al lavoratore di assentarsi per periodi più o meno lunghi al fine di assistere il parente disabile, assentandosi dunque dal lavoro. Ciò cosa comporta in termini di anzianità di servizio e calcolo della contribuzione? La sospensione del rapporto di lavoro non può ovviamente comportare una progressione economica dettata dall’aumento dell’anzianità di servizio. Al momento in cui il rapporto è sospeso, anche l’eventuale aumento stipendio previsto correlato segue di pari passo. La progressione economica scatta quando il lavoratore svolge regolarmente l’attività lavorativa, cosa che non avviene durante il congedo straordinario. Ne risulta che il congedo straordinario permette il riconoscimento dell’anzianità di servizio ai fini pensionistici, mentre non permette l’aumento di stipendio.
Per ulteriori precisazioni si rimanda alla Circolare n. 1/2012 del Dipartimento della Funzione Pubblica. Qui si ribadisce come il congedo non consente la maturazione delle ferie, né della tredicesima e neppure del Tfr/Tfs, ma allo stesso tempo, essendo il periodo coperto da contribuzione, resta valido ai fini del calcolo dell’anzianità. Inoltre “il riferimento alla contribuzione figurativa contenuto nella norma vale solo per i lavoratori del settore privato e non per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni, poiché per questi ultimi la contribuzione va calcolata, trattenuta e versata, secondo le ordinarie regole, sulla base dei trattamenti corrisposti”.
Concludendo, si può affermare che nei periodi di congedo straordinario, l’anzianità di servizio risulta valida ai fini della maturazione dei requisiti pensionistici, ma slitta per ciò che concerne gli aumenti di stipendio.
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