Gilberto Benetton è morto dopo una malattia. La causa della morte
Nell’anno della morte di Sergio Marchionne se ne va un altro manager italiano. Morto all’età di 77 anni Gilberto Benetton. Tra i fondatori del gruppo Benetton e tra gli uomini più ricchi d’Italia era nato a Treviso il 19 giugno del 1941.
Padre di Sabrina e Barbara e marito di Lalla, Gilberto Benetton è stata una persona molto riservata. Tra le persone a lui più vicine nel corso della carriera c’è stato negli ultimi decenni Gianni Mion. Era malato da tempo ed in più recentemente la morte del fratello minore Carlo stroncato da un tumore e i fatti del ponte Morandi di Genova lo hanno ulteriormente provato. Nel 1965 aveva fondato insieme ai fratelli Carlo, Giuliana e Luciano l’azienda di abbigliamento Benetton.
Gilberto Benetton, imprenditore di successo
L’affermazione in campo imprenditoriale ha permesso ai Benetton di investire in diversi altri settori, sino a raggiungere una posizione di rilievo nel campo economico-finanziario a livello nazionale e non solo. Della società finanziaria di famiglia Gilberto Benetton era vicepresidente. La società controllava, tramite la società Atlantia, Autostrade per l’Italia.
Gilberto Benetton, la sua ultima intervista al Corriere
Ai primi di settembre con una intervista rilasciata al Corriere della Sera aveva difeso il gruppo che controlla Autostrade dopo la tragedia del crollo a Genova. Con queste parole che adesso sono diventate quelle della sua ultima intervista.
E il silenzio? Siete primo azionista con il 30% di Atlantia che controlla Autostrade, eppure in quelle ore drammatiche è prevalso il silenzio…siete apparsi distratti, disinteressati. Perché comunicati così tardivi?
«Sa, dalle nostre parti il silenzio è considerato segno di rispetto. Edizione, la nostra holding, ha parlato meno di 48 ore dopo la tragedia, a voce bassa è vero, perché la discrezione fa parte della nostra cultura. Ha però comunicato con parole chiare e inequivocabili un pensiero di cordoglio alle famiglie delle vittime e la propria vicinanza ai feriti e a tutti coloro che sono stati coinvolti in questo disastro. Con altrettanta fermezza abbiamo dichiarato che verrà fatto tutto ciò che è in nostro potere per favorire l’accertamento della verità e delle responsabilità dell’accaduto. Forse non siamo stati sentiti».
Ma fare festa a Cortina a poche ore dal crollo di Genova è parso un grave segno di poca sensibilità.
«Sinceramente non è mia abitudine rispondere a insinuazioni, ma è vero, tutta la famiglia il 15 agosto si è riunita a casa di mia sorella Giuliana, come abbiamo sempre fatto negli ultimi trenta anni, questa volta stretti assieme per ricordare nostro fratello Carlo, il fratello più giovane, scomparso meno di un mese prima».
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