Mitch McConnell interverrà alle primarie 2022 contro i candidati pro Trump
È passato appena un anno dalle presidenziali 2020, ma i partiti americani si stanno già organizzando per le elezioni mid-term 2022. Queste elezioni saranno importanti soprattutto per la conquista del Senato, con alcuni seggi in palio conquistabili sia dai democratici che dai repubblicani. Nella tornata elettorale del 8 novembre 2022 il GOP dovrà difendere 20 seggi contro i 14 dei democratici. In almeno 5 di questi, i senatori uscenti hanno già annunciato che non si ricandideranno, rendendo la gara molto più aperta del solito.
L’intervento di Mitch McConnell
Proprio in previsione di questa delicatissima partita, il leader GOP al Senato, Mitch McConnell, ha deciso di scendere in campo personalmente già dalle primarie per impedire, a suo dire, candidature impresentabili.
Il timore di McConnell è che candidati deboli usciti dalle primarie non siano, poi, capaci di vincere le elezioni generali contro i candidati democratici, come era successo nelle elezioni 2010 e 2012. Per scongiurare questo pericolo, Mitch McConnell può contare su un alleato prezioso: il superPAC Senate Leadership Found, pronto a finanziare le campagne elettorali dei candidati vicini al senatore del Kentucky.
L’incognita Trump
Ma nel Partito Repubblicano c’è una variante di cui tenere massimo conto: Donald Trump. L’ex presidente è deciso a vendicarsi di alcuni membri del partito a lui ostili e che hanno votato per la sua condanna durante i processi di impeachment e sta cominciando ad appoggiare alcuni candidati affini alle sue politiche.
McConnell si sta concentrando proprio su quei seggi messi nel mirino da Trump e sta cercando di convincere il governatore dell’Arizona Doug Ducey a candidarsi, anche se il diretto interessato ha già detto di non voler sfidare Mark Kelly. Il governatore Ducey è stato aspramente criticato da Trump per avere certificato il voto a novembre, e l’offerta di candidatura assomiglia molto ad uno sgarbo di McConnell all’ex presidente.
Allo stesso modo il leader GOP sta discutendo con alcune figure potenzialmente in grado di unire le anime del partito repubblicano, come Chris Sununu, governatore del New Hampshire e Adam Laxalt in Nevada, il quale è già pronto a sfidare la democratica uscente Catherine Cortez Masto.
I seggi in bilico
Al momento le situazioni più incerte sono in North Carolina, Ohio, Georgia, Alabama, Pennsylvania e Missouri. In alcuni di questi stati Biden è riuscito a vincere nel 2020.
Proprio in Missouri si è aperta una piccola crisi. Il senatore uscente Roy Blunt ha annunciato il suo ritiro e l’ex governatore Eric Greitens sta pensando di correre per il sui posto. Greitens, che si è dimesso da governatore nel 2018 dopo una serie di scandali, negli ultimi tempi ha fatto molte dichiarazioni a favore di Trump, motivo che potrebbe spingere l’ex presidente ad appoggiarlo.
Una sua eventuale vittoria alle primarie metterebbe a rischio un seggio repubblicano considerato sicuro. Questo è quindi uno dei casi in cui McConnell potrebbe intervenire direttamente, proponendo un candidato alternativo.
Trump contro Murkowski
Altro seggio in discussione potrebbe essere quello dell’ Alaska. La senatrice Lisa Murkowski vuole correre per un nuovo mandato, ma Trump è fortemente contrario all’ipotesi. Murkowsky è stata una dei senatori repubblicani a votare per l’impeachment a Trump nel 2020.
Lo scontro tra McConnell e Trump
Le primarie repubblicano sembrano sempre più una sfida tra McConnell e Trump. La vecchia guardia del partito repubblicano contro la sua ala più conservatrice e di destra. Questa lotta potrebbe favorire alcuni candidati democratici nella corsa ai seggi in bilico.