Rafinha: La spietata legge dell’ex e un gol chiamato da tutti
Nella scorsa serata delle italiane di Champions League, in quel di Barcellona si è consumata la più classica legge dell’ex.
Rafinha ha infatti trovato il suo primo gol in carriera nella massima competizione europea per club proprio contro quell’Inter che da gennaio a maggio di quest’anno, lo ha stretto a se facendolo riprendere nel migliore dei modi da un grave infortunio al ginocchio pattuito ad aprile 2017, dandogli la possibilità di fare tanto minutaggio.
Lui ha invece trascinato a suon di grandi prestazioni i colori nerazzurri fino alla Champions, diventata chimera fino a quel momento dalle parti di Appiano Gentile.
Un amore scoppiato dopo poche partite, un impegno e una dedizione del giocatore mai venuti a mancare, nemmeno nel periodo in cui l’obiettivo quarto posto sembrava svanire di settimana in settimana.
Tutto ciò non è passato inosservato agli occhi della tifoseria interista, che ha visto in Rafinha un loro diretto portacolori in campo sostenendolo in tutto e per tutto.
Il suo arrivo all’Inter ha portato quello che mancava alla rosa di Spalletti, ovvero un giocatore che facesse da collante tra centrocampo e attacco e aiutasse quindi a tessere il gioco offensivo aiutando soprattutto Mauro Icardi, spesso lasciato troppo solo.
A fine stagione, le sue presenze sono state 17, condite da 2 gol e 3 assist.
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Il mancato riscatto di Rafinha e i rimpianti dei tifosi
In estate c’è stato un autentico dispiegamento di forze dei tifosi interisti sui canali social, fatto di commenti e hashtag che hanno invaso il web, per far si che Rafinha venisse riscattato dal Barcellona:
““So che in estate i tifosi si sono mobilitati e che hanno creato anche l’hashtag #riprendirafinha; una dimostrazione di grande affetto che ho ricambiato dando tutto me stesso e ricambio tuttora. A Milano sono stato benissimo; un’empatia immediata e naturale. Ancora oggi sono in contatto con i compagni, lo staff medico e i dirigenti; purtroppo però le porte poi si sono chiuse e non penso si possano riaprire. Ma ora sto bene al Barcellona; sono in un ottimo momento”
Queste le dichiarazioni del brasiliano in un’intervista concessa a Sportmediaset prima del match.
Tutto ciò non è però servito per il riscatto del giocatore, rimasto a Barcellona ma ai margini del progetto tecnico di Valverde.
Le scelte dei nerazzurri son state altre e nel suo ruolo è stato preferito Radja Nainggolan.
Questo soprattutto per volere di Luciano Spalletti che, secondo il numero dodici blaugrana, è stato colui che di fatto avrebbe impedito il suo ritorno a Milano: “Spalletti è un grande allenatore ma penso che non mi abbia voluto tenere; l’Inter resta nel mio cuore, credevo di restare, ma alla fine hanno scelto altri giocatori”.
La piccola vendetta di Rafinha
Ieri la serata adatta per consumare un briciolo di vendetta nei confronti di una squadra rimasta comunque nel suo cuore.
Messi infortunato e titolarità nel 4-3-3 di Valverde, che ben sapeva che la sua scelta si sarebbe potuta rivelare vincente. E infatti.
Minuto 32′, pallone superbo di Suarez, inserimento tra le maglie della difesa nerazzurra, mancino pregevole al volo e gol, il primo in carriera in Champions. Il Camp Nou esplode ma lo sguardo di Rafinha non è di gioia, sembra spento e non esulta.
Qualcuno tra panchina e tribuna probabilmente si è posto qualche domanda e si pentiva mentre assistiva, inerme, alla spietata legge dell’ex, da parte di un innamorato deluso.