Achille Tarallo: trama e cast del film con Biagio Izzo al cinema
Questi giorni al cinema è uscita una nuova pellicola tutta italiana: Achille Tarallo, un napoletano autista-cantante interpretato da Biagio Izzo. Diretto da Antonio Capuano e con Tony Tammaro e Ascanio Celestini.
Achille Tarallo nelle sale
Il protagonista della storia è Achille Tarallo, un napoletano che come lavoro fa il guidatore di autobus e che mentre è al volante e si giostra tra i rumori del traffico, canticchia le canzoni create con la tastiera in salotto assieme all’amico Cafè (Tony Tammaro). Ha una moglie, tre figli e anche un’amante.
E’ un napoletano di quelli veri, ma canta neo-melodico italiano e ha come mito Fred Bongusto. Il duetto musicale formato da lui e Cafè si esibisce ai matrimoni grazie ai lavori che gli procura il logorroico impresario Pennabic (Celestini), e propone un repertorio chiamato “Tamarro Italiano”, che non prevede, se non su richiesta, brani in dialetto napoletano . I tre poveracci cercano a fatica di farsi strada in un mondo in cui l’arte è messa da parte. Ma un giorno, qualcosa cambia: Achille conosce una bellissima badante bielorussa.
Uno di famiglia: trama, cast e recensione del film al cinema
Achille Tarallo: la commedia buffa
Antonio Capuano, il regista e scenografo napoletano, spiega riguardo al film: “Tutto nasce al funerale di mia zia, la sorella di mia madre, dove mancava uno dei suoi quattro figli maschi. Nessuno mi rispondeva sull’assenza inspiegabile di Enzo, suo figlio. Solo alla fine mi hanno detto: ‘Se n’è fuiuto con la badante’. Poi ho saputo anche che Enzo cantava a tempo perso ed era andato in Ucraina a raggiungere la sua bella”.
Una commedia esilarante, dal gusto comico e dal folle surrealismo, che non è definita in in’idea precisa di lungometraggio ma che è creata liberamente secondo l’estro del regista: ” Tutto in questo film, deve avere la “sua” musica. È indispensabile. E non ho detto musicalità, ho detto proprio ‘musica’! A cominciare dalla macchina da presa… alla recitazione, dalla ‘musica’ stessa, alle voci, in campo e off, le pause, i rumori. […] Ecco, quelli… avranno l’importante compito di “raccontare” le cose che non arriveremo a vedere. I cosiddetti fuori campo, perché il film non finisce al bordo del fotogramma! Bene. Possiamo cominciare? Cominciamo, ‘ciak in campo’!”