Autocertificazione 3 giorni per malattia e visita fiscale: il punto
Tra le ultime notizie sulla visita fiscale Inps sorge un interrogativo. Che fine ha fatto il DDL Romani relativo alla possibilità di effettuare l’autocertificazione per 3 giorni di malattia? In merito a ciò è da sottolineare come il disegno di legge punti anche a conferire una sorta di nuovo ruolo al medico, in qualità di intermediario tra lavoratore e Inps. Per gli stati di malessere come mal di testa o mal di pancia, potrebbe essere dunque il lavoratore stesso ad autocertificarli, senza più bisogno del medico, e fino a 3 giorni di malattia. A metà 2017 si parlava di come fosse difficile che arrivasse una legge entro la fine dell’anno, ma anche nel 2018 non se n’è più parlato e il DDL è ancora in standby. Ecco cosa prevedeva.
Visita fiscale Inps: medico e paziente, cosa pensa FNOMCEO
Il DDL Romani, che prende il nome dal politico ex 5 Stelle e ora Gruppo Misto, ha già riscosso il plauso dell’Ordine dei Medici. Infatti, è già da diverso tempo che la FNOMCEO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri) ribadisce un concetto chiave in tale direzione. “La diagnosi di disturbi quali il mal di testa o lievi gastroenteriti non può che essere fatta sulla base di sintomi clinicamente non obiettivabili”, affermò a suo tempo il vicepresidente della Federazione Maurizio Scassola. “In questi casi il medico deve limitarsi a prendere atto di quanto lamentato, in base al rapporto di fiducia che lo lega al paziente”.
Visita fiscale Inps: DDL Romani, cosa dice il testo
Nel comunicato che precede i 2 articoli del disegno di legge, il testo va in direzione di quanto riferito da Scassola. “Ogni giorno vengono inviati all’Inps moltissimi certificati di malattia. Nella maggior parte dei casi sono relativi ad assenze dal lavoro inferiori a tre giorni riguardanti sintomi riferiti dal paziente, difficilmente verificabili sul piano clinico e con limitate possibilità di accertamento da parte del medico, che spesso certifica lo stato di malattia sulla base di un rapporto di fiducia con il proprio paziente”. Nel testo vengono citati casi e stati di malessere generale, come mal di testa o dolori addominali. Disturbi che sono “di rado accertabili da parte del medico”.
Dopo aver riepilogato come funziona la trasmissione telematica del certificato all’Inps, viene stabilita la finalità del disegno di legge. Ovvero, “semplificare la normativa vigente in materia di certificazioni dello stato di malattia del dipendente pubblico e privato”.
Visita fiscale Inps e autocertificazione malattia: gli articoli del DDL Romani
Il DDL Romani consta di 2 articoli che vanno a modificare in parte il Decreto Legislativo n. 165/2001; dapprima in materia di false attestazioni o certificazioni. E quindi sul tema dei controlli sulle assenze. All’articolo 1 troviamo dunque le modifiche al comma 3 dell’articolo 55-quinquies del Dlgs del 2001, che dovrebbe diventare così. “La falsa attestazione dello stato di malattia da parte del medico viene sanzionata disciplinarmente da parte dell’ordine a cui appartiene e da parte della struttura sanitaria pubblica dalla quale dipende o con la quale è convenzionata”.
L’articolo 2 del DDL Romani va dunque a stabilire la possibilità dell’autocertificazione per la malattia fino a un massimo di 3 giorni. Infatti, “in tutti i casi di assenza per malattia protratta per un periodo inferiore a tre giorni, il lavoratore comunica con sua esclusiva responsabilità il proprio stato di salute al medico curante; il quale provvede a inoltrare apposita comunicazione telematica all’Istituto nazionale della previdenza sociale, nonché al datore di lavoro”.
Visita fiscale Inps: autocertificazione 3 giorni malattia, le ultime
Al momento non ci sono ancora aggiornamenti sull’approvazione definitiva del DDL Romani. Nel luglio del 2017, a DoctorNews Romani riferì che il disegno di legge avrebbe certamente potuto essere sottoposto a miglioramenti. “Sia il canale del datore di lavoro, sia quello della spedizione all’Inps tramite Pin dispositivo sono strade praticabili di cui abbiamo parlato con i sindacati”. Romani apriva anche al dialogo con l’Inps, ma confessava di non aver avuto novità a riguardo.
Ovviamente la possibilità di un’autocertificazione fino a 3 giorni generò e continua a generare anche polemiche sul fenomeno dei furbetti. È come se con l’introduzione del Polo Unico si volessero stanare i “furbetti” e con l’autocertificazione si desse loro via libera. Ma Romani non è d’accordo su questo punto. “Chi fa assenze seriali è noto al datore di lavoro e viene inquadrato già alla prima autodichiarazione, così se arriveranno i controlli Inps avrà un doppio svantaggio”. Da un lato la parola del lavoratore contro quella del medico fiscale (senza dunque quella del medico di famiglia); dall’altro il rischio di una valutazione severa in caso di condotta inappropriata.
L’iter per la conversione in legge resta ancora lontano. Lo era allora, a metà 2017. Potrebbe esserlo anche nel 2018, in cui non si hanno novità. Restiamo comunque in attesa di aggiornamenti sul tema, che non esiteremo a comunicarvi.
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