Elezioni Brasile: confermate le attese, Jair Bolsonaro eletto presidente
Jair Bolsonaro è il nuovo Presidente del Brasile. L’ex parà ha sconfitto nel ballottaggio del 28 ottobre il candidato del Partido dos Trabalhadores, Fernando Haddad. Con l’ormai quasi totalità dei voti scrutinati, ha ottenuto oltre il 55% dei suffragi, mentre lo sfidante si è fermato aa un soffio dal 45%. La prima dichiarazione del leader del partito Social-Liberal: “cambieremo il destino del Brasile. Vi offriremo un governo degno che lavorerà per tutti i brasiliani”. Haddad, che non ha telefonato al suo avversario per congratularsi, ha promesso di impegnarsi nel difendere “la democrazia e la sovranità nazionale; valori che stanno al di sopra di tutti noi”.
Elezioni Brasile: un voto storico
Decisivo è stato il supporto al candidato dell’ultra-destra da parte dell’elettorato evangelico e del mondo dell’agrobusiness. Tuttavia, ad essere risultato importante è stato anche il forte appoggio dei militari. Infatti, dei video girati ieri a Niteroi, dove alcuni mezzi militari hanno sfilato festeggiando l’elezione, hanno fatto ricordare a molti gli anni bui della dittatura; cioè, da un passato recente da cui mai Bolsonaro ha preso le distanze, spesso rivendicandone esplicitamente “aspetti positivi”.
L’esito elettorale è una forte rottura con il passato del paese, governato sin dal 2003 dal PT il cui alfiere, Fernando Lula, da agosto è detenuto nel carcere di Curitiba a seguito di una controversa sentenza giudiziaria; anche le Nazioni Unite l’hanno messa in discussione. Tuttavia, la decisione della magistratura è anche conseguenza dell’incapacità del PT di dimostrarsi slegato dai fatti dell’inchiesta relativa a uno dei più grandi scandali di corruzione della storia del paese. Il diffondersi della crisi economica e gli alti tassi di criminalità nel paese hanno fatto il resto.
Dopo l’intermezzo di Michael Temer, salito al potere dopo la destituzione per via giudiziaria della ex presidente Dilma Rousseff proprio nell’ambito di “Lava Jato”, appunto, il nome dell’inchiesta di cui si diceva, il Brasile vira quindi a destra. Anche in ambito economico, dato che uno dei consiglieri economici di Bolsonaro è Paulo Guedes, economista neoliberista legato alle teorie della Scuola di Chicago.
Elezioni Brasile: Trump “tropicale” o Duterte latino?
La vittoria di Bolsonaro sembra estendere al principale paese latinoamericano l’ondata populista iniziata a livello internazionale con la vittoria di Donald Trump alle Presidenziali americane del 2016. Non a caso, Bolsonaro è soprannominato anche il “Trump tropicale”; d’altro canto, alcune sue posizioni sono per certi versi molto più estreme di quelle dell’attuale inquilino della Casa Bianca.
D’altra parte, le retoriche di Bolsonaro sembrano piuttosto ricordare quelle del presidente filippino Duterte; soprattutto, su come relazionarsi alla democrazia ( in passato definita “una porcheria”), alle tematiche di genere e ad ambiti come la questione “sicurezza” e la lotta alla corruzione.
La sua enfasi sui temi della moralità e dell’ordine, necessari per conquistare l’appoggio di evangelici e militari, gli è stata utile per costruirsi l’immagine di personaggio anti-establishment, in questo caso identificato con il PT. L’operazione è stata un vero e proprio successo, dato che Bolsonaro è piuttosto un politico di lungo corso, reduce da sette mandati consecutivi in Parlamento.
In conclusione, il voto brasiliano avrà una ripercussione anche sulla politica italiana. Matteo Salvini ha infatti esultato per la vittoria di Bolsonaro, dato che il neo-presidente, oltre che ideologicamente legato a Steve Bannon cosi come lo è lo stesso Salvini, si è dichiarato in passato favorevole all’estradizione in Italia dell’ex militante di sinistra Cesare Battisti.
Michele Mastandrea