Conto corrente estero online: limite e requisiti Ivafe, chi la paga
Conto corrente estero online: limite e requisiti Ivafe, chi la paga
Limiti conto corrente estero online, cosa fare dall’Italia
Chi detiene un conto corrente all’estero, così come prodotti finanziari o libretti di risparmio, è tenuto a pagare un’imposta, denominata Ivafe (Imposta sul valore delle attività finanziarie). Ciò è stabilito dalla Legge n. 161/2014, avente come oggetto “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea”. Di fatto l’Ivafe è un’imposta che le persone fisiche residenti in Italia sono tenute a pagare allo Stato per il possesso di prodotti finanziari, conti correnti o libretti di risparmio all’estero. A partire dal 2014 l’aliquota equivale al 2 per mille, va versata dal contribuente e deve essere dichiarata nella dichiarazione dei redditi (Quadro RW).
Conto corrente estero: soggetti esonerati
I lavoratori che prestano la loro attività all’estero, ma sono residenti fiscalmente in Italia sono esonerati dalla compilazione del Quadro RW della dichiarazione dei redditi. Rientra tra questi soggetti chi ha partecipazioni in società estere; chi lavora all’estero per lo Stato italiano o per organizzazioni internazionali a cui aderisce l’Italia. Infatti, come spiega l’Agenzia delle Entrate, “non spetta alcun credito d’imposta se con il Paese nel quale è detenuta l’attività finanziaria è in vigore una convenzione per evitare le doppie imposizioni, che prevede, per l’attività, l’imposizione esclusiva nel Paese di residenza del possessore”.
Conto corrente estero: limiti giacenza media
Per ciò che concerne i libretti di risparmio e i conti correnti, l’imposta di bollo equivale sempre a 34,20 euro all’anno, a meno che la giacenza media non sia superiore a 5.000 euro. L’Agenzia spiega che bisogna considerare tutti i conti o libretti detenuti all’estero dal contribuente presso lo stesso intermediario. In caso di rapporti cointestati, “alla fine della determinazione del limite di 5.000 euro si tiene conto degli importi a lui riferibili pro quota”.
Conto corrente estero: versamento e dichiarazione Ivafe, come funziona
Così come vale per l’Irpef, anche l’Ivafe segue le stesse regole relative alle modalità di versamento in acconto e saldo. Di seguito i codici tributo da utilizzare.
- 4043: Saldo;
- 4047: Acconto prima rata;
- 4048: Acconto seconda rata/Acconto in unica soluzione.
Si ricorda che a partire dal 2014 i dati sulle attività finanziarie detenute all’estero andranno indicati nel Quadro RW, anziché su quello RM.
Conto corrente estero e Ivafe: cosa bisogna sapere
In questo nostro articolo abbiamo parlato di come aprire un conto corrente all’estero dall’Italia. Come è ben noto, aprire un conto corrente all’estero è legale. Tuttavia la legge impone l’obbligo di monitoraggio le attività finanziarie e patrimoniali detenute all’estero. Come abbiamo visto sopra, ciò avviene tramite la compilazione dell’apposito quadro sulla dichiarazione dei redditi.
L’obbligo di monitoraggio decade quando il valore complessivo non è superiore a 15.000 euro. Tuttavia la compilazione del Quadro RW potrebbe comunque risultare necessaria ai fini del versamento dell’imposta Ivafe. Riassumendo, chi detiene un conto corrente all’estero con valore non superiore a 15.000 euro e giacenza media non superiore a 5.000 euro non è tenuto alla compilazione del suddetto quadro RW.
Chi invece detiene conti correnti e conti deposito con picco massimo oltre quota 15.000 euro ma giacenza media inferiore a 5.000 euro, è tenuto alla compilazione nel rispetto dell’obbligo di monitoraggio, ma l’Ivafe non è dovuta. Chi invece detiene un conto corrente o un conto deposito con picco massimo inferiore a 15.000 euro e giacenza media superiore a 5.000 euro, è obbligato a compilare il quadro RW e a versare l’imposta di bollo fissata in 34,20 euro (anche se esente da obbligo di monitoraggio).
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