Contributi Inps silenti, cosa sono e come funzionano
Le ultime notizie sui contributi Inps ci riportano alcune informazioni utili sui cosiddetti contributi silenti. E sull’ operazione Silenti 2018 che l’Inps sta già attuando nei confronti dei datori di lavoro di badanti, colf e baby-sitter non in regola con il versamento dei contributi. Ma prima di procedere a spiegare l’operazione Silenti 2018 varata dall’Inps, facciamo una breve introduzione sui contributi silenti, su cosa sono e perché in Italia generano spesso polemiche.
Contributi silenti: cosa sono
Il caso più frequente è quello di una persona che ha lavorato molto nell’arco della sua vita, magari avendo avuto una carriera discontinua, ma non riesce a raggiungere i requisiti contributivi richiesti per l’accesso alla pensione. La domanda legittima è la seguente: che fine hanno fatto tutti quei contributi antecedentemente versati? Per i lavoratori iscritti all’Inps o a Enasarco la risposta non è delle migliori, perché quei contributi, semplicemente, si perdono, non venendo restituiti. Discorso diverso per i lavoratori iscritti ad alcune gestioni previdenziali, come quella dei giornalisti, degli architetti, dei medici o dei commercialisti.
Inps ed Enasarco, come scritto sopra, non riconoscono e dunque non restituiscono i contributi versati. Il che rende difficile raggiungere il requisito minimo di 20 anni di contributi per l’accesso alla pensione di vecchiaia a 67 anni. Quello dei contributi silenti è un problema non indifferente, e sovente è considerata un’anomalia del tutto italiana, visto che in altri Paesi anche per un numero minimo di contributi versati viene corrisposta alla fine una quota a essa relativa. I contributi Inps silenti vanno infatti persi, finiscono per essere stati versati letteralmente a vuoto e il problema potrebbe aumentare nel corso degli anni, visto che a oggi il mercato del lavoro è piuttosto cambiato, favorendo il crescere di carriere discontinue e incrementando il fenomeno del precariato.
Contributi Inps Silenti 2018: accertamenti dal 20 ottobre
A partire dal 20 ottobre 2018 l’Inps ha avviato l’operazione Silenti 2018. Come comunicato da Assindatcolf in un comunicato stampa, si tratta di un’operazione di routine che ha cadenza annuale. L’obiettivo dell’Inps è quello di “regolarizzare le posizioni per le quali risulti una scopertura contributiva del lavoratore”. Quindi l’avviso è per i datori di lavoro domestico non in regola con i versamenti contributivi di colf, bandanti e baby-sitter. “Anche questa volta sarà necessario recuperare la documentazione riguardante il rapporto di lavoro per il quale si è ricevuta la contestazione e verificare se effettivamente la richiesta dell’Istituto sia fondata” o causata da un’imprecisione nelle comunicazioni.
L’Associazione ricorda che non si tratta di cartelle esattoriali, ma di avvisi bonari. Ovvero la fase precedente all’invio delle cartelle. In tali avvisi sarà infatti richiesto di “sanare entro 30 giorni eventuali irregolarità o, in caso di errata contestazione, comunicare la notizia all’Inps con le modalità indicate nell’avviso di accertamento”.
Quanto già accaduto nel 2017 non dovrebbe verificarsi di nuovo quest’anno. Un anno fa, infatti, un errore nel sistema provocò l’inoltro di cartelle contenenti cifre esagerate, mandando letteralmente nel panico i datori di lavoro domestico. “Le Sedi Inps centrali e periferiche hanno già provveduto a verificare e bloccare le inadempienze non dovute”, ha informato Assindatcolf.
Contributi domestici: come si versano
Si ricorda che ogni datore di lavoro che assume colf, badanti e baby-sitter è tenuto al versamento dei contributi all’Inps ogni trimestre, in base alle scadenze previste. Il pagamento può essere effettuato tramite i seguenti canali.
- Bollettino MAV;
- Online, tramite Pagamento Immediato PagoPa;
- Circuito Reti Amiche;
- Contact Center.
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