Legge di bilancio 2019: investimenti opere pubbliche, cosa c’è nel testo
Legge di bilancio 2019: investimenti opere pubbliche, cosa c’è nel testo
La bozza di legge di bilancio pubblicata nei giorni scorsi presenta, in teoria, una piacevole sorpresa per quanto riguarda gli investimenti pubblici. Rispetto alla nota di aggiornamento al DEF, infatti, aumentano i fondi per gli investimenti.
Legge di bilancio e investimenti: quasi il doppio dei fondi, forse
Se la NADEF conteneva investimenti per 3,5 miliardi di euro, la Legge di bilancio prova a salire a 5,9 miliardi di euro attraverso la creazione di un fondo per il rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali e di un altro per gli enti territoriali.
Più nello specifico, l’amministrazione dovrebbe beneficiare di 2,9 miliardi nel 2019 e 3,1 miliardi nel 2020. In seguito, a regime, la dotazione sarà di 3,4 miliardi l’anno.
Questi nuovi soldi andrebbero ad aggiungersi al piano di lungo termine degli investimenti pubblici che dovrebbero mettere sul piatto un centinaio di miliardi da spendere nei prossimi 15 anni.
Questa è la teoria. La pratica potrebbe richiedere maggiore cautela, per due ragioni. La prima è che i fondi vengono spesso stanziati, ma non sempre erogati. Per esempio questo avviene quando ci sono emergenze da coprire (un terremoto, un’alluvione o semplicemente dei conti sbagliati). I fondi stanziati vengono dirottati altrove, come da pratiche consolidate anche dai governi precedenti (i quali, anzi, hanno stanziato gli stessi fondi più volte pur di avere un po’ di pubblicità).
Legge di bilancio e investimenti: mancano i piani
L’altro problema che potrebbe non portare all’effettiva erogazione dei fondi è collegata a questioni di competenza. Per arrivare al cantiere (e quindi a spendere i soldi per costruire effettivamente l’infrastruttura) infatti, è necessario far partire un iter complesso. E già questo richiede tempo: il denaro stanziato per l’anno prossimo, quindi, potrebbe essere utilizzato negli anni successivi.
C’è poi un problema a livello di enti locali: specialmente quelli più piccoli potrebbero non avere le competenze necessarie per sfruttare il denaro stanziato dal governo centrale. Capita spesso, infatti che gli enti locali non riescano a rispettare scadenze e dimensioni stabilite. Il risultato è il ritiro dei soldi già stanziati, in un’ottica di razionalizzazione della spesa.
Secondo la Banca d’Italia, anche per questa ragione gli investimenti pubblici sono crollati ai minimi da 40 anni (appena l’1,5% del PIL). Parte della responsabilità, ovviamente, è dovuta anche alla difficoltà ad adeguarsi al nuovo Codice degli Appalti e alla nuova contabilità armonizzata (il cosiddetto “pareggio di bilancio”).
Per provare ad ovviare a questa situazione il governo vorrebbe creare una centrale di supporto presso l’Agenzia del Demanio, con una dotazione iniziale intorno ai 100 milioni di euro.
Questa Centrale dovrebbe supportare le amministrazioni locali nella progettazione e realizzazione delle opere pubbliche. Questo dovrebbe avvenire anche con l’assunzione di apposite figure professionali, risorse da “riutilizzare” nei vari progetti che verranno man mano pianificati.