Diritti TV Serie A 2018/2019: Sky, Mediapro e Premium, chi prende più soldi
Sono tantissime le novità previste con la prossima Legge di Bilancio; andranno a toccare i più svariati settori dell’economia e, quindi, della società italiana. Tra questi, anche quello della suddivisione dei diritti sportivi; se le modifiche previste diventassero definitive, la misura potrebbe incentivare le società alla valorizzazione dei giocatori italiani più giovani.
Infatti, il governo ha pensato a una modifica della Legge Melandri; in questo momento, la ripartizione dei diritti televisivi prevede che il 50% venga diviso in parti uguali, il 30% assegnato in base ai risultati sportivi e, infine, il 20% a seconda di audience tv e spettatori.
Diritti TV Serie A: in base al minutaggio dei giovani
Quest’ultima voce, audience e spettatori, dovrebbe scendere al 10% – forse al 14% – con la manovra. Dunque, a tale diminuzione dovrebbe corrispondere l’inserimento di un’ulteriore voce – al 6% o al 10% – da distribuire: “sulla base dei minuti giocati negli ultimi tre campionati da giocatori cresciuti nei settori giovanili italiani, di età compresa tra i 15 e i 21 anni e che siano stati tesserati per l’attuale società per almeno tre interi Campionati di serie A”.
La percentuale è destinata a variare ma, secondo i calcoli che è possibile effettuare attualmente, si parla di circa 70 o 120 miliardi circa in più. Tale cifra poi andrà in modo proporzionale a ciascuna delle 20 squadre della massima serie. I diritti tv relativi alla serie A – esclusi i premi, il “paracadute”, la mutualità e i contributi a Infront – valgono circa 1,135 miliardi all’anno.
Ma la “piccola rivoluzione” del mondo del calcio nelle intenzioni della maggioranza gialloverde potrebbe non fermarsi qui. In arrivo per le società di A e B – come già in parte previsto – l’obbligo a presentare il proprio bilancio all’organo di revisione sottoposto al controllo della Consob. Pena in caso di mancata presentazione? Proprio l’esclusione dalla “torta” dei diritti Tv.