Codici pronto soccorso: addio ai colori, cosa cambia da 1 a 5.
Novità importanti interessano i codici pronto soccorso. Una scala di numeri progressiva da 1 a 5, infatti, andrà a sostituire i tradizionali colori che vanno a parametrare i livelli di urgenza. A fornire qualche anticipazione sulle nuove linee guida sulle attività di gestione del pronto soccorso ci ha pensato Adnkronos, che sul tema ha intervistato Danilo Bono del coordinamento tecnico della Commissione Salute delle Regioni. Un lavoro durato circa 8 mesi, nel quale si sono delineati i nuovi principi guida al fine di ottimizzare il sistema organizzativo e gestionale dei pronto soccorso.
Codici pronto soccorso: i numeri sostituiscono i colori, come interpretarli
Al posto dei colori (bianco, verde, giallo e rosso), i codici di urgenza saranno contrassegnati dai numeri, e più precisamente da 1 a 5. Laddove 1 andrà a rappresentare le emergenze più gravi e il 2 le urgenze. Quindi il 3 si tradurrà in urgenza differibile, mentre il 4 rappresenterà l’urgenza minore e il 5 sostituirà il codice bianco (non urgenza). Pertanto da 1 a 3 si segnaleranno i casi di emergenza medio-alta, mentre 4 e 5 rappresenteranno i casi di moderata e bassa intensità di cura. Qualche mese fa il presidente di Simeu Francesco Rocco Pugliese, aveva rilasciato alcune dichiarazioni in anteprima all’Ansa. “Il codice non è una cosa punitiva e il Triage è uno strumento organizzativo”. Pugliese auspicava anche una riduzione dei tempi di attesa, tra i principali motivi di lamentela da parte dei pazienti. Resta però l’intervento nell’ottica di ottimizzare la gestione delle emergenze.
Stato di necessità: semaforo rosso e divieti, come comportarsi
Nuovi codici pronto soccorso: migliore gestione, ecco perché
Lo scopo principale, secondo Bono, è stato infatti quello di introdurre “una serie di cambiamenti organizzativi”. Alla media gravità corrisponde un doppio codice, con il colore giallo che “viene spacchettato in due gradi di urgenza: quello che si riferisce al paziente che ha una stabilità e non rischia uno scompenso. E quello che si riferisce al paziente più a rischio, il quale andrà monitorato in modo diverso”.
Ma questi cambiamenti quali aspetti miglioreranno nella gestione organizzativa? Precisando che per l’utenza non cambierà nulla, gli operatori avranno maggiore possibilità di “stratificare meglio le persone in attesa nei pronto soccorso”. In merito alle tempistiche, invece, Bono rassicura su una migliore definizione, con un documento che parla di “situazioni di ipoflusso”. A tal proposito l’allegato va a spiegare come comportarsi nelle situazioni più comuni che possono creare nei pronto soccorso in caso di afflusso di troppa gente ed eventuali difficoltà allo smistamento nei reparti o alla gestione delle uscite.
SEGUI TERMOMETRO POLITICO SU FACEBOOK E TWITTER
PER RIMANERE AGGIORNATO ISCRIVITI AL FORUM