Maria Grazia Sarrocco aggredita a Catania, cosa è successo

Pubblicato il 7 Novembre 2018 alle 17:21 Autore: Gloria Frugoni
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Maria Grazia Sarrocco aggredita a Catania, cosa è successo

Storie italiane, spin-off di Uno mattina. In onda su Rai 1 tratta storie straordinarie e storie di ogni giorno raccontate in studio in presenza di giornalisti, esperti e inviati che commentano i fatti.

Il servizio di Maria Grazia Sarrocco che ha stupito tutti

Il programma si è aperto con un servizio che vede come protagonista l’inviata del programma. La giornalista racconta di essere stata minacciata, intimidita e spinta a spegnere le telecamere mentre con la troupe documentava quello che succedeva nel quartiere della droga, nella periferia di Catania. Maria Grazia Sarocco  era in collegamento dal quartiere Librino: uno dei punti di riferimento per lo spaccio e i traffici illeciti nella zona.

Precedentemente Maria Grazia Sarocco aveva raccontato del sistema di spaccio nel quartiere che coinvolgerebbe anche alcune donne residenti. Le donne ricoprirebbero il ruolo di sentinelle per avvertire gli spacciatori della presenza delle forze dell’ordine e consentirgli di non essere mai colti in flagrante.

Il pronto intervento delle forze dell’ordine

La troupe del programma non ha fatto il collegamento all’orario stabilito, passando alcuni momenti di tensione superati grazie all’efficiente e tempestivo intervento delle forze dell’ordine. La troupe ha potuto portare a termine il lavoro.

La conduttrice di Storie Italiane Eleonora Daniele ha ringraziato i carabinieri per l’aiuto, informando gli spettatori che nei prossimi giorni la Rai tornerà a Librino.

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Le “Piazze di spaccio” a Catania

Catania è sempre stata una città costantemente invasa da fiumi di droga. Non servono conferme, a parlare sono le somme di denaro sequestrate da chi gestisce le cosiddette “piazze di spaccio”.

A maggio i carabinieri di Fontanarossa, dopo una perquisizione, hanno arrestato quattro catanesi, due 17enni, un 18enne ed un 23enne, accusati di concorso in spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti. La base utilizzata era un’abitazione di uno dei quattro, ricevano dalla finestra le dosi richieste dai clienti per poi andarle a piazzare.

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