Contributi Inps 2018: cumulo, ricongiunzione o totalizzazione, la guida

Informazioni utili sui contributi Inps: quale soluzione è più conveniente tra cumulo, totalizzazione e ricongiunzione? Cerchiamo di rispondere.

Contributi Inps 2018: cumulo, ricongiunzione o totalizzazione, la guida
Contributi Inps 2018: cumulo, ricongiunzione o totalizzazione, la guida

Guida totalizzazione o ricongiunzione dei contributi Inps


Prima di andare in pensione può essere utile valutare la propria situazione relativamente ai contributi Inps. Soprattutto nel caso si siano versati i contributi in più gestioni previdenziali. Avremo dunque la facoltà di verificare quale soluzione sia più utile per sommare i contributi. E vedere se conviene di più il cumulo, la totalizzazione o la ricongiunzione. Si tratta di tre applicazioni differenti che hanno vantaggi e svantaggi, i quali però possono essere considerati solo in maniera soggettiva dal pensionando stesso.

Contributi Inps: cumulo, come funziona

Il cumulo dei contributi consente di sommare la contribuzione versata in diverse casse previdenziali ed è uno degli istituti più scelti da chi ha avuto carriere professionali a fasi alternate e discontinue. Introdotto originariamente con la Legge n. 228/2012 e modificata ed estesa di seguito prevalentemente con la Legge di Bilancio 2017, il meccanismo permette il cumulo dei contributi accreditati in gestioni differenti senza spese di sorta. E il metodo di calcolo è quello applicato dalle singole gestioni.
Per avere diritto al cumulo gratuito dei contributi non bisognerà già essere titolare di un trattamento pensionistico proveniente da una delle gestioni in cui si sono versati i contributi e per i quali si richiede il cumulo stesso. L’accesso a questo meccanismo sarà possibile per tutti i lavoratori che sono iscritti alle casse professionali, alla gestione separata Inps o più forme di assicurazione obbligatorie. Il cumulo sarà effettuato dall’ultima gestione in cui sono stati versati i contributi e a esso il soggetto interessato dovrà presentare apposita richiesta.
Lo svantaggio principale che il cumulo contributi comporta riguarda la corresponsione del Trattamento di fine servizio (Tfs), che slitterà a più di 1 anno dal raggiungimento del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia.

Contributi Inps: totalizzazione, come funziona

La totalizzazione è un altro istituto che permette di sommare la contribuzione in maniera gratuita. E riguarda in particolare i lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi, liberi professionisti e parasubordinati che sono iscritti alla gestione separata. Anche in questo caso bisognerà non percepire già un trattamento pensionistico derivante da una gestione per cui si chiede il cumulo, né aver proceduto alla ricongiunzione dei periodi assicurativi. La totalizzazione dei contributi permette di ottenere il diritto alla pensione di vecchiaia, di anzianità, di inabilità e ai superstiti. Come spiega l’Inps, per raggiungere l’anzianità contributiva necessaria è consentito integrare anche i contributi versati all’ estero in Paesi comunitari oppure in Paesi legati all’ Italia tramite convenzioni, rispettando comunque il minimale di contribuzione per accedere alla totalizzazione prevista dalla normativa di riferimento.
Sulla totalizzazione dei contributi c’è da segnalare un cambiamento importante entrato in vigore il 1° gennaio 2012. Da questa data infatti non è più richiesta un’anzianità contributiva minima presso le gestioni coinvolte nella totalizzazione. Infine la totalizzazione dovrà riguardare tutte le gestioni che hanno interessato la vita contributiva del lavoratore, visto che non è previsto il meccanismo della totalizzazione parziale. In merito al calcolo dell’importo, questo si basa generalmente sul metodo contributivo. Tuttavia, qualora il lavoratore abbia raggiunto prima del 1996 i requisiti minimi per il conseguimento di una autonoma pensione, allora si dovrà adottare il sistema misto retributivo-contributivo.
Anche in questo caso la domanda andrà presentata presso l’ente al quale è stata accreditata l’ultima contribuzione. Solo se al momento della presentazione della domanda il lavoratore dovesse essere iscritto in più gestioni, avrà la possibilità di scegliere l’ente al quale presentare la richiesta. A differenza del cumulo, la liquidazione del Trattamento di fine servizio per i dipendenti pubblici non subirà ritardi e slittamenti.

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Contributi Inps: ricongiunzione, come funziona

Concludiamo questa guida sulla ricongiunzione dei contributi con l’ ultimo sistema che consente di unificare la contribuzione versata sotto un’unica gestione. Ma il cui svantaggio principale riguarda l’onerosità del meccanismo. Infatti, a differenza del cumulo e della totalizzazione sopra trattati, la ricongiunzione ha un costo. Il sistema di ricongiunzione contributiva avviene tramite trasferimento in un’unica gestione. E il metodo di calcolo sarà imposto dalla gestione stessa sotto la quale è avvenuta l’unificazione. Trasferendo così anche ai contributi versati in una gestione differente lo stesso metodo di calcolo previsto dall’ ente di ricongiunzione finale.
Come scrive PensioniOggi la ricongiunzione può risultare vantaggiosa in caso di trasferimento “in una gestione esclusiva o sostitutiva dell’assicurazione generale obbligatoria di periodi assicurativi antecedenti al 1993”. E che coinvolga uno stipendio piuttosto alto prima che il servizio sia terminato. In questo modo l’importo contributivo potrebbe essere più elevato. Ma si precisa comunque che lo svantaggio principale di questo meccanismo consiste nella sua onerosità. Che diventa più elevata se la domanda viene presentata prima di accedere alla pensione. La domanda andrà presentata all’ ente al quale si chiede la ricongiunzione dei diversi periodi contributivi.

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