Rischio eruzione Campi Flegrei: sciame sismico in atto, “nessuna paura”
Costantemente sotto osservazione la situazione dei Campi Flegrei. Si tratta della zona situata nel golfo di Pozzuoli a ovest della città di Napoli nota, già dall’antichità, per la sua attività vulcanica. Un’area non troppo distante dal Vesuvio monitorato dalla sezione partenopea dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Di volta in volta l’Osservatorio Vesuviano comunica l’entità delle scosse e dei fenomeni che si verificano (qui la cronaca di uno degli ultimi recenti episodi).
Scosse eruzione Campi Flegrei, boato che ha spaventato la popolazione
Nella serata di lunedì 12 novembre 2018 intorno alle ore 22:20 nella zona dei Campi Flegrei è stato avvertito uno sciame sismico. Con un boato che secondo quanto riportato da alcune testate locali avrebbe spaventato la popolazione. E con circa dieci eventi registrati. C’è da dire che già a settembre proprio l’Osservatorio Vesuviano aveva annunciato che qualcosa sarebbe accaduto. Ecco un estratto della comunicazione diramata pochi mesi fa: “dopo due mesi di stasi il fenomeno del bradisismo della caldera dei Campi Flegrei ha ripreso a salire sempre di 0,7 centimetri al mese nella zona di massimo sollevamento dove è posizionata la nostra stazione di Gps Rete al Rione Terra”.
Lo stesso Osservatorio aveva comunque ampiamente rassicurato spiegando che “non c’è assolutamente nulla di cui allarmarsi in quanto il periodo di stasi e la ripresa del fenomeno del bradisismo fa parte dell’evoluzione del vulcano”.
“I nostri sistemi – spiegava Francesca Bianco dell’Osservatorio – tengono costantemente sotto controllo i Campi Flegrei e negli ultimi periodi non ci sono stati variazioni significative sia geochimiche che geofisiche”.
Scosse eruzione Campi Flegrei, cosa dicono le ricerche
L’argomento è stato anche oggetto tempo fa di uno studio da parte dei ricercatori della University College London e dell’Osservatorio vesuviano dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, pubblicato sulla rivista Nature Communications.
Secondo gli esperti la situazione peggiora col passare del tempo. Ma, come detto, a vigilare sulla situazione ci sono tutti gli esperti in forza all’Osservatorio che anche grazie agli efficaci strumenti a loro disposizione monitorano costantemente le evoluzioni.
Nel frattempo c’è stato da qualche anno il passaggio all’allerta gialla. Perché? La spiegazione è dovuta alla composizione chimica delle fumarole. La media dei terremoti mensili è di gran lunga inferiore a quella di qualche decennio fa: nei primi anni ottanta si registravano sino ad un migliaio di scosse.
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