Bonus 1.000 euro mensili per reddito di maternità
Il Popolo della Famiglia propone di erogare un bonus da mille euro al mese per tutte le donne che rinunceranno al lavoro per dedicarsi completamente ai figli. La proposta è stata depositata alla Corte Suprema di Cassazione dal movimento di Mario Adinolfi il 9 novembre; quindi, il giorno dopo è comparsa in Gazzetta Ufficiale. Per essere esaminata dalle Camere è necessaria la sottoscrizione da parte di 50mila cittadini; la raccolta firme è in corso e non terminerà prima del 9 aprile 2019.
Reddito di maternità: in cosa consiste
Al momento del deposito in Cassazione la proposta ha assunto il nome di “ indennità di maternità per le madri lavoratrici nell’esclusivo ambito familiare”. È stato lo stesso Adinolfi – sul suo profilo Facebook – ad esporne l’ unico articolo di cui sarebbe composta.
Quest’ ultimo recita: “ Tale indennità, pari a dodicimila euro annui netti privi di carichi fiscali o previdenziali, è riconosciuta su richiesta da avanzare presso il Comune di residenza, alle donne madri cittadine italiane. La richiesta dell’indennità di maternità può essere avanzata dalle aventi diritto entro quindici giorni dalla nascita di un figlio (o figlia) o dalla sentenza di adozione che riconosce una maternità adottiva. Per ogni bambino può essere prodotta unicamente una domanda da una sola donna”.
Reddito di maternità: durata e coperture
Per quanto riguarda la durata si precisa che: “ tale donna otterrà l’indennità di maternità per i primi otto anni di vita del figlio in assenza di altri redditi o impegni lavorativi, scegliendo dunque di dedicarsi in via esclusiva alla condizione di madre lavoratrice nell’ambito familiare con particolare riguardo alla cura dei figli. In caso di assunzione di impegni lavorativi esterni alla cura familiare, l’indennità di maternità si interrompe. La durata di otto anni riparte alla nascita di ogni figlio. Alla nascita del quarto figlio l’indennità riconosciuta alla madre diventa vitalizia. L’indennità è vitalizia anche in caso di nascita di figlio disabile, sempre in occorrenza del pre-requisito della attività esclusiva di lavoro di cura familiare scelto dalla donna madre”.
Invece, rispetto alle coperture, si ipotizza di stanziare: “3 miliardi annui dal fondo della presidenza del Consiglio per la famiglia e le pari opportunità nel triennio 2020-2022″.