Olindo Romano e Rosa Bazzi innocenti? Riaperte le indagini su strage Erba
Olindo Romano e Rosa Bazzi innocenti? Riaperte le indagini su strage Erba
La svolta inaspettata della Corte Cassazione sul caso Rosa Bazzi- Olindo Romano: dopo 12 anni e tre gradi di giudizio la difesa potrà proseguire le indagini sui reperti mai analizzati. I due sono stati condannati all’ergastolo perché responsabili della strage di Erba avvenuta l’11 dicembre 2006. La strage vide come vittime: Raffaella Castagna, il figlio Youssef, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini.
La decisione della Corte di Cassazione sulla strage Erba
Dopo 3 gradi giudizio, 26 giudici e a 12 anni dai delitti la Cassazione dichiara: “L’analisi delle prove mai analizzate della strage di Erba si può fare”. Decisione inaspettata perché il 12 luglio scorso la Cassazione aveva respinto il ricorso per un incidente probatorio proprio su questi reperti. Niente incidente probatorio e la difesa può effettuare le proprie indagini comunicandolo all’accusa.
Sono dieci i reperti conservati al tribunale di Como che sono stati inspiegabilmente distrutti. Le motivazioni della Cassazione sembrano una presa in giro: le analisi possono essere fatte, peccato che gran parte dei reperti sia stata distrutta. Fabio Schembri, uno dei legali dei coniugi Romano dichiara: “Anche se, prima della decisione della Cassazione, alcuni reperti sono stati distrutti dalla cancelleria della Corte d’assise di Como, ne rimangono altri”.
Il servizio delle Iene
Le Iene sul caso Rosa Bazzi Olindo Romano hanno realizzato numerosi servizi partendo dai dubbi di Azouz Marzouk, il marito di Raffaella e il padre di Youssef, e di molti esperti e giornalisti. Sono passati attraverso la testimonianza di Mario Frigerio, marito di Valeria Cherubini, che ha riconosciuto Olindo come colpevole.
Gli inviati delle Iene si sono soffermati su un’altra prova: la macchia di sangue trovata sull’auto dei due. Poi hanno parlato della morte di Valeria Cherubini facendo una ricostruzione che potrebbe scagionare Rosa e Olindo.
In un altro servizio la domanda principale è “perché Olindo e Rosa hanno confessato?” Dalle intercettazioni emerge come Olindo Romano decide di confessare perché spera di ottenere benefici di pena e di lasciare la moglie in libertà. Rosa però confessa per prima. Olindo prova allora a scagionare lei, sostenendo di aver fatto tutto da solo.
Le parole di Olindo Romano
Nell’ultimo servizio realizzato dalle Iene Olindo Romano afferma: “Non siamo stati noi, forse ci hanno scambiati per quello che non eravamo, i fatti non coincidono con tutto quello che è successo, comprese quelle mezze confessioni, non sono stato io a uccidere quelle persone”.
“Litigavamo per le solite liti condominiali. Il motivo della prima era su una festa. Avevo la camera da letto sotto il soggiorno, andavano avanti fino alle quattro del mattino. E io mi dovevo svegliare alle cinque. Non ho mai visto spacciare, però il vai e vieni c’era. Ci arrivava di tutto. Si capiva che c’era qualcos’altro, oltre alle feste. Ammazzi uno perché non lo sopporti? Litigare sì” dice Olindo Romano.
Olindo: “ci hanno detto di confessare”
La domanda principale che tutti si pongono è “perché hanno confessato (e poi ritrattato) una strage mai commessa?”.
Le parole di Olindo: “Ci siamo ritrovati in un contesto che ci portava a quello. Ci siamo trovati da casa nostra al carcere, nel giro di un’ora e mezza. In carcere non sapevamo neanche perché eravamo lì. Aspettavo qualcuno che venisse a dirmi qualcosa. Dopo due giorni sono arrivati due carabinieri. Ci hanno detto che eravamo messi male, e in poche parole ci hanno prospettato una via d’uscita. Era il minore dei mali confessare, una cosa così. Il mio primo pensiero era riuscire a vedere mia moglie, perché da quando eravamo entrati in carcere non l’avevo più vista. Noi abbiamo cercato di resistere. Però ti dicono: se non confessi non vedi più tua moglie. Anche quello ha influito. E quando sono arrivati i magistrati io mia moglie l’ho vista. Io il mio scopo l’avevo raggiunto, ma loro il loro no. Hanno fatto leva sui nostri sentimenti. All’inizio ai magistrati che volevano farci confessare l’avevamo detto che non c’entravamo niente. Ma loro hanno continuato a insistere. E non so neanch’io come sia successo, ma è saltata fuori tutta questa storia”.
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Ulteriori dichiarazioni di Olindo Romano
A proposito dei dettagli, che solo chi era stato sul luogo della strage poteva sapere, Olindo Romano afferma: “Ce li hanno fatti vedere loro! I magistrati, ci coinvolgevano loro! E alcuni dettagli li abbiamo visti su un mucchio di fotografie degli omicidi che ci hanno messo sul tavolo. Avevamo ammesso la premeditazione per avvalorare la strategia difensiva decisa con l’avvocato precedente. Se tornassi al 2006 sicuramente non rifarei la confessione”.
Aggiunge inoltre: “Siamo passati da 26 giudici: vorrei trovare un giudice onesto. Ma dopo tutto questo chi è che si prende la patata bollente? Penso che la vicenda giudiziaria non sia conclusa perché se non siamo stati noi, è stato qualcun altro. Male che vada, quando arriviamo a Strasburgo qualcosa cambia. Sul piano giudiziario ci daranno ragione per forza. Ci vorrà un po’ di tempo ma arriverà”.
La vicenda Rosa Bazzi e Olindo Romano oggi
Molti dubbi, in molte direzioni, restano aperti. Si attende il risultato delle nuove indagini difensive autorizzate dalla Cassazione per vedere se aiutino a chiarire una volta per tutte qual è la verità. Secondo i legali di Rosa Bazzi e Olindo Romano, resta più di uno spiraglio per poter arrivare a una revisione del processo.