Partita Iva 2019: limite pagamento contanti, importo e operazioni
Informazioni utili sulla partita Iva, sul limite di uso dei contanti e sulle operazioni permesse e non consentite per il 2019.
Pagamento in contanti con partita Iva: i limiti
Chi inizia una nuova attività e opera come lavoratore autonomo può aprire partita Iva in regime forfettario. Si tratta di un regime a tassazione agevolata esente Iva, che permette di pagare un’aliquota del 5% su quanto fatturato (15% se l’attività lavorativa è prosecuzione della precedente) per i primi 5 anni. In aggiunta a ciò è previsto anche il versamento dei contributi all’Inps, le cui modalità variano in base all’iscrizione nella Gestione Separata o nella Gestione Artigiani e Commercianti.
Partita Iva 2019: tassazione
La tassazione su queste partite Iva si basa dunque su quanto viene fatturato, ma sono previsti anche dei coefficienti di redditività. Ad esempio, un consulente per le aziende ha un coefficiente di redditività pari al 78%. Questo significa che il 22% del fatturato è esentasse e può essere utilizzato per coprire le spese. Nel regime forfettario, infatti, a differenza del precedente regime dei minimi, non è possibile scaricare le spese sostenute per la propria attività, visto che queste rientrano in quella percentuale a forfait. Pertanto, se si guadagnano 1.000 euro, l’applicazione dell’aliquota Irpef al 5-15% andrà applicata su 780 euro.
Attualmente ci sono dei requisiti da rispettare per rientrare in questo regime. Tra questi spicca una soglia reddituale annua diversa in base al tipo di attività svolta. Riportando l’esempio soprastante, un lavoratore autonomo potrà fatturare solo fino a 30.000 euro annui. La situazione cambierà drasticamente nel 2019, quando entrerà in vigore la flat tax, che di fatto consiste in una estensione del regime forfettario con un innalzamento della soglia reddituale a 65.000 euro. In parole povere, se a oggi un lavoratore autonomo può fatturare solo fino a 30.000 euro annui, superati i quali decade dal regime forfettario entrando automaticamente in quello ordinario, nel 2019 potrà farlo fino a 65.000 euro.
Limite pagamento contanti 2019: come evitare multe. Cosa cambia
Partita Iva 2019: limiti uso del contante
La Legge di Stabilità 2016 ha modificati i limiti all’uso del contante, innalzando i previgenti 1.000 euro alla soglia dei 3.000 euro. Per la precisione, 2.999,99 euro. In caso di pagamenti che superano tale soglia, bisognerà utilizzare strumenti di pagamento caratterizzati dalla tracciabilità: i più comuni sono il bonifico, la carta di credito, la carta di debito, l’assegno non trasferibile. Pagare in contanti somme pari o superiori a 3.000 euro resta comunque possibile solo in alcuni casi che fanno da eccezione. Più precisamente nel caso di pagamenti verso operatori di commercio al minuto e agenzie di viaggi e turismo per la fornitura di beni e servizi a cittadini stranieri non residenti in Italia.
L’uso dei contanti fino a 2.999,99 euro potrà essere effettuato anche per pagare l’affitto, per il quale potrebbe tornare utile una semplice ricevuta di avvenuto pagamento, nel caso del riconoscimento di eventuali detrazioni o agevolazioni fiscali.
Resta invece fissata a 1.000 euro (anzi, a 999,99 euro) la soglia massima relativa ad assegni bancari e postali, vaglia postali e cambiari. Per ciò che concerne gli assegni bancari di importo pari o superiore a 1.000 euro, questi dovranno contenere obbligatoriamente la clausola Non Trasferibile. La soglia a 1.000 euro resta in vigore anche per il Money Transfer.
Se si dovessero violare queste norme, si potrebbe correre il rischio di andare incontro a sanzioni pecuniarie importanti, che potrebbero variare da 3.000 a 250.000 in base all’ importo e ricadere su entrambi i soggetti coinvolti.
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