Padre nostro cambiato dal Papa: versione originale e cosa cambia

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Padre nostro cambiato dal Papa: versione originale e cosa cambia

Il Vaticano è pronto a introdurre, dietro impulso di Papa Francesco, nuove versioni delle preghiere “Gloria” e del “Padre Nostro”. Vediamo quali motivazioni hanno convinto Bergoglio di questa necessità pastorale e e in cosa consisteranno le nuove versioni dei testi delle due preghiere coinvolte nel generale processo di rinnovamento di cui il Pontefice si sta facendo assoluto promotore.

Padre Nostro: ecco i cambi e perché

A onor di cronaca, già dal 2007 la Conferenza Episcopale Italiana aveva dato alle stampe un lezionario contenente la variante poi successivamente approvata dall’attuale Papa. La porzione testuale “incriminata” riguarda il versetto «non ci indurre in tentazione» che, come ha dichiarato anche il vescovo di Roma, implicherebbe in tale accezione che sia Dio a indurre al peccato, anziché Satana: ha dichiarato infatti Francesco ai microfoni di Tv2000 che «Non è una buona traduzione quella che parla di un Dio che induce in tentazione. Quello che ti induce in tentazione è Satana». Viene messa a testo, infatti, nei lezionari e nei libri di preghiera destinati ad uso privato del fedele, una traduzione che consta di un gran numero di passaggi, nel corso dei quali qualcosa che può “essere andato storto” è passato inosservato di fronte allo sguardo, paradossalmente sempre vigile rispetto ai contenuti liturgici e teologici, dell’Ecclesia Romana.

Il “Padre Nostro”, originariamente contenuto nei Vangeli di Luca (11,1-4) e Matteo (6,9-13), come del resto l’intero corpus biblico, ci viene tramandato attraverso un lavoro di traduzione dall’originale aramaico al greco e poi in latino.Aggiunge infatti il Papa che «i francesi hanno cambiato il testo in ‘non mi lasci cadere in tentazione’: sono io a cadere, non è Lui che mi butta nella tentazione per poi vedere come sono caduto». Papa Bergoglio propende quindi per approvare la variante testuale del 2007, che sostituisce al “non ci indurre in tentazione” la lezione più appropriata “non abbandonarci alla tentazione”.

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Non solo il Padre Nostro: anche il “Gloria” subirà un cambiamento

Durante la celebrazione dell’eucarestia cattolica, alla Liturgia della parola, attuata con la lettura dei brani biblici, precede l’Inno di lode a Dio uno e trino mediante ilGloria in excelsis Deo, più comunemente conosciuto come “Gloria”. Anche in questa dossologia il Santo Padre ha individuato un punto su cui si sarebbe reso necessario un intervento. Anziché recitare “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buonà volontà”, il sacerdote e la comunità proclamerà invece; “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini amati dal Signore”. La Santa Sede ha impiegato sedici anni per cambiare entrambi i versetti.

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