Sondaggi elettorali, un confronto: i minority report degli istituti al 19 novembre
Diamo puntualmente conto dei sondaggi che ogni settimana vengono prodotti dai vari istituti confrontando le tendenze ed i numeri dei singoli studi.
Ognuno può così confrontare il valore dei partiti osservando come cambia la percentuale da un sondaggio all’altro.
In questa rubrica però, come ogni settimana, cerchiamo, con la collaborazione di Vincenzo Ruocco, di tracciare l’andamento dei sondaggi elettorali che si distaccano dagli altri per vedere successivamente chi ci aveva visto giusto. E anche per cercare di comprendere quali istituti fiutano i cambiamenti di umore dell’elettorato prima degli altri.
Sondaggi elettorali, è Piepoli a rappresentare il minority report più significativo riguardo il M5S
Questa settimana, a differenza della scorsa, è il Movimento 5 Stelle che ha dato adito al minority report più significativo. A fronte di un 26,9% medio, in calo, Piepoli lo colloca al 29,5%, rimanendo imperterrito nella propria stima da tempo. È anche l’unico istituto che vede il distacco dalla Lega solo a un punto. Dal lato opposto c’è Ixè, che invece vede il movimento solo al 25,9%
La Lega è stimata al 31,3%, e non ci sono oscillazioni troppo accentuate, vi è da segnalare il 33,1% di Index Research, ovvero solo l’1,8% più in alto, mentre come valore minimo sempre Ixè segnala un 29,8%, l’unico caso in cui il partito di Salvini è visto sotto il 30%.
Sondaggi elettorali, i minority report sull’opposizione
Ancora una volta è Forza Italia, e non il PD, a presentare stime più discordanti tra gli istituti.
È Tecnè, con l’11,2%, che vede più forte il partito di Berlusconi, due punti sopra la media del 9,2%. Mentre Piepoli e Euromedia comunque la stimano sopra al 10%.
Viceversa secondo Index è solo al 7,1%. 4,1% per un partito ormai così piccolo è una oscillazione non da poco.
Al contrario di quella che interessa il PD, che pure è un partito grande il doppio. In questo caso si va dal 16,5% di Piepoli al 18,7% di Winpoll. La media è del 17,7%. Ormai da mesi il Pd sembra essere fermo intorno a questi valori, di poco inferiori al record negativo di marzo, e che probabilmente rappresentano uno zoccolo duro per il partito.
Piuttosto concordi i sondaggi su Fratelli d’Italia, al 3,9% in media, con la parziale eccezione di Noto, che vede il partito della Meloni piuttosto basso, al 3%. Come valori massimi non si va oltre il 4,2% di Ixè, Tecnè, Euromedia, solo tre decimi sopra la media.
Intorno al 2,7% di Liberi e Uguali pure si oscilla poco, dal 2,3% di SWG al 3,1% di EMG. C’è un certo consenso sul calo del partito, ora spaccato, dopo il 4 marzo
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