Aumento pensioni di inabilità 2019: importo da febbraio, a chi spetta
Aumento pensioni di inabilità in arrivo nel 2019? La proposta viene dal M5S e se dovesse diventare legge, l’incremento partirebbe dal 1° febbraio.
Importo pensione di inabilità da febbraio, quanto si prende
Aumento pensioni di inabilità in arrivo per gli aventi diritto? La proposta è contenuta in un emendamento del Movimento 5 Stelle presentato in commissione Bilancio della Camera. L’obiettivo è elevare gli importi degli assegni riservati a tutti quei soggetti a cui è stata riconosciuta una totale incapacità di svolgere attività lavorativa. Dagli attuali 282,54 euro si salirebbe così a 500 euro al mese per 13 mensilità. Se la proposta dovesse concretizzarsi, gli aumenti scatterebbero immediatamente, a partire dal 1°febbraio 2019. Ecco le ultime novità a riguardo.
AGGIORNAMENTO: Aumento pensioni di inabilità, novità?
La proposta M5S sull’aumento della pensione di inabilità aveva esordito a metà novembre scorso. A oggi, tuttavia, la misura non è contenuta né in Manovra né sul decreto che contiene Quota 100. Si attendono aggiornamenti a riguardo, presumibilmente ormai su eventuali futuri provvedimenti.
Aumento pensioni di inabilità da febbraio 2019?
La misura andrebbe a costare 1,35 miliardi di euro annui, secondo le stime dei pentastellati. E quando si parla di investimenti, viene subito da citare anche le eventuali coperture, che il M5S ha individuato in dei tagli lineari alle dotazioni delle missioni di spesa dei singoli ministeri. L’emendamento ha dunque la finalità di aumentare a 500 euro mensili (6.500 euro annui) gli assegni delle pensioni di inabilità per gli aventi requisiti. Questi corrispondono alla riconosciuta inabilità al 100% all’attività lavorativa, al versamento di un certo numero di contributi e a soglie reddituali da non oltrepassare.
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Aumento pensioni di inabilità: a chi spetta
Se dovesse essere accettato, l’aumento scatterebbe dal 1° febbraio 2019. Ricordiamo che la pensione di inabilità spetta ai lavoratori dipendenti, ai lavoratori autonomi e agli iscritti alla Gestione Separata che abbiano versato almeno 5 anni di contribuzione (260) di cui minimo 3 maturati nei 5 anni precedenti la presentazione della domanda. Tali beneficiari dovranno avere (nel 2018) tra 18 e 66 anni e 7 mesi di età ed essere residenti in Italia. Infine, bisognerà possedere un reddito annuo personale non superiore a 16.664,36 euro.
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