Condono fiscale 2019: saranno confermate le misure inserite dal Governo nel decreto fiscale? Come succede quando si parla di pensioni, bisogna sempre tenere conto della sostenibilità economica delle proposte. Per esempio in materia previdenziale sappiamo che Quota 100 rappresenta una sorta di compromesso tra la volontà politica e ciò che secondo il parere tecnico dei Ministeri sarebbe possibile attuare. E nonostante questo, tanti dubbi vi sono ancora sull’argomento da parte del Presidente dell’Inps.
Condono fiscale, dubbi su ‘saldo e stralcio’
Alla stessa maniera anche sul cosiddetto sistema ‘saldo e stralcio’ potrebbero sorgere dei problemi, almeno stando a quanto racconta il quotidiano Il Messaggero. Addirittura, secondo indiscrezioni, c’è chi pensa che manchino le coperture o siano insufficienti. Uno dei cavalli di battaglia della Lega sarebbe oggetto di discussione approfondita tra tecnici e politici. Subirà uno stop la misura prevista grazie alla quale con le aliquote del 6%-10%-25% si consentiranno sanatorie sulle cartelle per i soggetti con difficoltà economica e Isee con soglia massima pari a 30 mila euro?
Condono fiscale 2019, tempi e modifiche da definire
E non è tutto. In ballo ci sarebbe ancora una modifica. Infatti tramite emendamento l’esecutivo punta ad inserire una norma con una sorta di sanatoria che dovrebbe comprendere oltre agli avvisi bonari anche le infrazioni di obblighi e gli adempimenti a carattere formale commessi fino al 24 ottobre 2018. Ma questo a condizione che non siano sovrapponibili al calcolo dell’imponibile per imposte dirette, Iva e Irap.
Cosa prevede la proposta? Per azzerare la propria situazione il contribuente dovrà poter pagare una somma di euro 200 per il periodo d’imposta oggetto della violazione. A quanto pare, e secondo appunto le informazioni riportate dal quotidiano romano, non ci sarebbe l’ok da parte della Ragioneria dello Stato.
Dal punto di vista dei tempi, la maggioranza composta da M5S e Lega ha l’obiettivo di superare l’esame del Senato entro fine mese, salvo procedere all’esame della Camera.
Infine è utile sottolineare che in alcuni casi, dal confronto interno alla maggioranza, è già emersa la necessità di rivedere alcuni punti. Infatti dopo un lungo confronto tra Movimento 5 Stelle e Lega, su richiesta del MoVimento, non ci sarà più l’opzione per il contribuente della dichiarazione integrativa prevista inizialmente.