Il Partito Democratico, il 28 giugno, tramite una conferenza stampa a cui ha partecipato anche il Segretario Letta, ha annunciato il lancio della norma anti cambio casacca.
La norma anti cambio casacca: cosa prevede
La norma anti cambio casacca non permetterà ai parlamentari di creare nuovi gruppi durante la legislatura. In poche parole ciò significa che l’eletto potrà iscriversi solo al gruppo con il quale si è presentato durante le elezioni politiche. Per il parlamentare “scissionista” l’alternativa sarebbe quella di diventare un “non iscritto”, perdendo di conseguenza molte prerogative, come l’accesso ai fondi pubblici da utilizzare per l’attività politica.
La proposta della norma anti cambio casacca è stata giustificata da un alto tasso di cambi di partito con il conseguente infoltimento del gruppo misto. Sono stati più di 200 i parlamentari che hanno cambiato gruppo.
In realtà esiste un’importante deroga all’interno della norma presentata dal Partito Democratico e riguarda il tema delle scissioni. C’è la possibilità di creare nuovi gruppi politici solo se formati da membri provenienti dallo stesso gruppo parlamentare, in un numero minimo.
Questa condotta non è una novità. Infatti anche nel 2017 è stata varata una riforma “anti trasformisti” solo per il Senato, secondo la quale è impossibile creare nuovi gruppi politici. Questa legge però non ha impedito la formazione di nuovi partiti. Italia Viva, in teoria, non avrebbe potuto formare il proprio gruppo parlamentare al Senato; solamente con l’aiuto del simbolo del Partito Socialista Italiano, con l’unico eletto Riccardo Nencini, è riuscito ad aggirare la norma e a creare il proprio gruppo.
L’obiettivo della norma appena presentata è anche quello di imitare il regolamento del Parlamento Europeo dove non esiste un gruppo misto.
Il gruppo misto, attualmente, è formato da alcune componenti politiche e da nutriti gruppi di “non iscritti”. Nonostante la disomogeneità politica all’interno del misto, esso nomina comunque un ufficio di presidenza composto da Presidente, Vice presidente e Tesoriere. Se la riforma proposta dal Partito Democratico passasse i “non iscritti” non potrebbero far parte del misto, e conseguentemente perderebbero, come scritto precedentemente, potere politico e finanziamenti pubblici per le attività.
Inoltre, non sarebbero rappresentati nelle riunioni dei capogruppo per decidere gli ordini del giorno e conseguentemente la loro influenza sul parlamento sarebbe nulla.
I partiti che scomparirebbero
Se la proposta del Partito Democratico fosse già esecutiva in questa legislatura molte cose cambierebbero. Partiti come Alternativa c’è, Cambiamo, Coraggio Italia e Azione non avrebbero potuto nemmeno avere una propria componente politica all’interno del gruppo misto. Discorso diverso per Italia Viva poiché nella norma sembrerebbe esserci la deroga “scissioni” già descritta prima.
Altre novità
Inoltre, la proposta non riguarda solo la norma anti cambio casacca. Essa prevede anche altri punti sia per alleggerire l’iter legislativo, con il voto a data certa per le leggi proposte dal governo, sia per favorire la democrazia diretta con l’obbligo di esaminare le leggi di iniziativa popolare.